Arrivato da poco meno di una settimana in libreria, ma atteso come uno dei libri più interessanti da leggere in questi giorni: Tante piccole sedie rosse (Einaudi) di Edna O’Brien. L’autrice irlandese, alla quale già il grande Philip Roth ha dedicato meravigliose parole di elogio per la raffinatezza della scrittura, torna a catturarci con una storia pervasa da indimenticabili ritratti femminili e una vicenda che, allo scorrere delle pagine, si incupisce e solo raramente viene illuminata della magnifica luce dell’Irlanda (dove, in parte, la narrazione si svolge).




sedie
Sin dal suo primo romanzo del 1960 (quel Ragazze di campagna, subito proibito nella cattolicissima Irlanda, in cui l’autrice fissava su pagina con franchezza la crescita, i sogni, le delusioni delle ragazze quando si aprono alla vita e all’amore) Edna O’Brien ci regala il piacere di poter leggere storie che colgono l’essenza femminile, ritraendola quando è ferita e vulnerabile, ma al tempo stesso celebrandola nella sua vitalità, nella sua esuberanza, nel suo coraggio. Anche in questo ultimo romanzo sarà una donna a fare le spese di un desiderio che non trova appagamento, di un’idea d’amore che non trova il suo oggetto principale, di una scia di disperazione che lascia solchi profondi. La vita della protagonista Fidelma, infatti, e quella di tutta la piccola comunità di Cloonoila, sarà sconvolta dall’arrivo di un misterioso guaritore dalla personalità magnetica, con un passato terribile e tutto da nascondere. Chi è costui, realmente? E diventerà possibile rinascere dopo aver sperimentato il dolore e il male? Un romanzo definito dalla critica spietato e disturbante, che si apre alla riflessione morale e che dà ulteriore conferma, a distanza di dieci anni dal suo ultimo lavoro, della forza narrativa di Edna O’Brien.

Diana A. Politano




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