Nonostante una chiara sentenza del Consiglio di Stato, il servizio resta affidato a una società esclusa. E Tecknoservice attende ancora di subentrare. A Brindisi la gestione del servizio di igiene urbana continua a rimanere impantanata in una vicenda che sembra non voler trovare conclusione, nonostante gli strumenti per risolverla ci siano. A dicembre dello scorso anno, il Consiglio di Stato ha infatti stabilito, in modo netto, che AVR per l’Ambiente (già Teorema) non aveva titolo per gestire il servizio nel capoluogo adriatico. Una sentenza che, se recepita con coerenza e tempestività, avrebbe potuto chiudere una disputa amministrativa che si trascina da troppo tempo.
Dopo la pronuncia, gli uffici comunali hanno agito con diligenza: hanno verificato la nuova graduatoria e accertato che la seconda classificata, Tecknoservice S.p.A., risultasse in possesso dei requisiti tecnici e morali per assumere il servizio. Tuttavia, a distanza di mesi, nulla si è mosso. Tecknoservice, pur essendo in diritto di subentrare, continua ad assistere da spettatrice a un teatrino che espone il Comune al rischio di contenziosi e la città a un peggioramento visibile della qualità dei servizi.
Nel frattempo, Brindisi paga il prezzo di questa impasse. I cittadini lamentano condizioni igieniche peggiorate, le associazioni dei consumatori denunciano inefficienze, e persino alcune voci interne all’amministrazione comunale – sindaco in primis – hanno espresso il proprio dissenso. A peggiorare il quadro, le sanzioni elevate alla società attualmente operativa per gravi inadempienze contrattuali e, al contempo, l’aumento della tassazione sui rifiuti, che grava su famiglie già colpite dal generale rincaro dei beni di consumo.
Ma non è tutto. La situazione rischia di degenerare ulteriormente: Tecknoservice, che aveva formalmente invitato il Comune ad adempiere alla sentenza, potrebbe avanzare richieste di risarcimento per i danni subiti, soprattutto dopo aver investito in nuovi mezzi per prepararsi al servizio. E non si escludono nuove azioni legali da parte della stessa AVR per l’Ambiente, nonostante la sua esclusione sia stata sancita da una sentenza definitiva.
Ad oggi, lo scenario è paradossale: una città che si prepara alla stagione estiva, pronta ad accogliere turisti e crocieristi, ma ancora invischiata in un pasticcio giuridico-amministrativo che ha effetti concreti sulla quotidianità dei suoi cittadini. Non è da escludere, a questo punto, la richiesta di un arbitro terzo o l’intervento di un’autorità superiore per sbloccare una situazione diventata insostenibile. Il tempo stringe. E la città merita risposte, non più rinvii.