Scontro Emiliano – Capone sulla legge regionale di Bilancio: il Governatore va in Procura

La politica regionale pugliese è scossa da un’escalation di polemiche legata alla promulgazione della legge di stabilità 2025. Al centro del dibattito, un emendamento riguardante la trasparenza nelle nomine, che limita l’accesso a incarichi in aziende o enti legati alla Regione ai soli consiglieri regionali eletti.

L’emendamento, proposto dal capogruppo del Movimento 5 Stelle Antonella Laricchia, era stato votato il 18 dicembre, ottenendo 24 consensi, ma dichiarato respinto per un errore di interpretazione dello Statuto. Successivamente, l’Ufficio di presidenza del consiglio regionale, guidato da Loredana Capone, ha rettificato il risultato con una delibera del 23 dicembre, includendo l’emendamento nel testo finale della legge. Tuttavia, il presidente della Regione Michele Emiliano ha sollevato dubbi sulla legittimità di questa modifica, definendola potenzialmente illegale e presentando un esposto al procuratore di Bari, Roberto Rossi.

Le dichiarazioni di Emiliano

Nella sua lettera, Emiliano sottolinea che, sebbene la promulgazione della legge fosse un atto dovuto, era suo dovere vigilare sul rispetto della legalità. “Tra gli articoli approvati nella seduta del 18 dicembre non figurava l’articolo 242 (l’emendamento sulla trasparenza). La successiva correzione disposta dall’Ufficio di presidenza non è idonea a sanare il vizio procedurale”, ha dichiarato Emiliano, evidenziando come il testo approvato in aula non corrisponda a quello finale promulgato.

Critiche e accuse dall’opposizione

La scelta di Emiliano di rivolgersi alla magistratura ha scatenato una dura reazione dalle forze di opposizione. Fratelli d’Italia ha accusato il presidente di autoritarismo e di voler salvaguardare interessi clientelari legati alle nomine. Forza Italia, dal canto suo, ha criticato il modus operandi della maggioranza, descrivendo l’esposto come un gesto estremo per tutelare “appetiti elettorali”.

Il sostegno al provvedimento

A difesa dell’emendamento, Giacomo Conserva, capogruppo della Lega e cofirmatario del testo, ha ribadito l’importanza di garantire la trasparenza nelle nomine pubbliche e di rispettare la decisione del consiglio regionale. Conserva ha sottolineato la necessità di proteggere le prerogative dell’aula, indipendentemente dalle controversie procedurali.

Un clima politico teso

La questione si inserisce in un clima politico particolarmente acceso, con le elezioni regionali all’orizzonte. La vicenda non solo alimenta le tensioni tra maggioranza e opposizione, ma solleva interrogativi sul processo legislativo e sull’effettiva autonomia degli organi regionali.

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