Fisac-Cgil su lavoro bancario e molestie

BRINDISI – Riceviamo e pubblichiamo una nota della Fisac Cgil – Brindisi.

Pensiamo che negli ambienti lavorativi il grave e diffuso problema delle molestie sia un fenomeno complesso. Nelle banche, sia negli sportelli che nelle strutture centrali, si praticano differenti tipi di molestie, ad esempio quelle per indurre a prestazioni commerciali al top, colpisce uomini e donne, per quest’ultime si aggiungono spesso anche le molestie di tipo sessuale, sempre esistite, è risaputo, e raramente denunciate. In questi ultimi mesi abbiamo assistito alla spettacolarizzazione delle molestie sessuali, dramma che ha coinvolto il mondo dello spettacolo. Un processo mediatico, però, che rischia di banalizzare e di ridurre il problema a puro gossip e a non cercare, invece, possibili soluzioni.

La Fisac CGIL di Brindisi ha seguito con grande interesse e attenzione le manifestazioni del 25 novembre tenute in tutto il mondo contro la violenza sulle donne. Sembra finalmente esserci una ventata di aria nuova in Italia, soprattutto nel riconoscere in varie sedi, anche istituzionali, che il pensiero femminista e i collettivi femministi hanno contribuito in modo notevole a scoperchiare “il vaso di pandora” sulla violenza e sulle discriminazioni di genere su cui è stata fondata la nostra “civile” società. Riprendere il conflitto è necessario. Va compreso, però, che non è un conflitto contro un genere bensì contro una cultura patriarcale radicata, difficile da estirpare perché funzionale al sistema in quanto in grado di riprodurre rapporti di subordinazione e di sudditanza Per questo è più facile proporre leggi di “emergenza” a tutela e a protezione delle vittime di violenza, utili a risolvere situazioni contingenti ma non a cambiare cultura.

Il fenomeno delle molestie sessuali è presente anche nella nostra categoria. Intervistando diverse colleghe/colleghi, confermano che da sempre l’approccio sessuale in cambio di favori, crescita, promozioni o evitare mobbing sia molto più frequente di quanto si possa immaginare e che, in piu’ di qualche caso, è ritenuto “normale”, perché’ una collega dovrebbe “solo compiacersi” di particolari attenzioni e/o atteggiamenti, anche quando diventano abuso e molestia. Questo è un pensiero sedimentato, giustificato anche dalle stesse vittime.

Dice Lea Melandri: “Il potere non è solo quello dei potenti, delle persone note, dei registi o produttori, dei datori di lavoro, è un potere maschile diffuso anche in forme molto meno visibili. Il potere maschile si colloca all’interno di un dominio secolare, che se è durato così a lungo è perché purtroppo è legato alle esperienze della vita intima: ai corpi, all’amore, alla sessualità, ai drammi familiari……Le donne hanno fatta propria forzatamente la visione maschile del mondo, l’hanno cioè interiorizzata, l’hanno incorporata, hanno incarnato modelli, ruoli, identità che da quella visione provengono. Era l’unico modo per sopravvivere, per entrare in relazione…non possiamo negare che le donne c’entrino in questa partita.” Ragionare sulle relazione di potere, perché’ è di questo che si tratta, “senza separare la vittima dall’aggressore, il potere da tutte le implicazioni profonde” (sempre la Melandri). Comprendere che il potere “affascina” non solo chi lo esercita, ma anche chi lo subisce perché’ lo pensa “naturale”.

Quando le relazioni tra le parti sono relazioni di potere sono relazioni sbilanciate, si diventa vittime e/o complici del “potente/responsabile” di turno per necessità, per paura,  per favori personali, per clientele o per un po’ di potere personale. Questo accade nel mondo del lavoro oggi, di fatto si rompe un sentire e un agire collettivo. Ragionare dunque sui meccanismi di dominio, romperli e non riprodurli e su questi temi che come Fisac Cgil di Brindisi invitiamo a riflettere e a denunciare.

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