Contrade Brindisi, Amati: “Affondato salvataggio case dove vivono 1000 persone senza acqua e fogna. Oggi ripresento la norma” 

Fabiano Amati

“Sono rammaricato. Il Consiglio regionale ha soppresso la norma approvata in Commissione e che sarebbe servita a salvare le case dei quartieri di Brindisi-Torre Rossa, Sant’Elia e Montenegro, già recuperate e sanate con un piano approvato definitivamente dalla Regione nel giugno 2005 dalla Giunta Vendola su proposta dell’assessore Barbanente, ove risiedono circa 1000 persone, e che senza questa norma in tanti non potrebbero allacciarsi alla rete idrica e fognaria. Quando l’ideologia orienta il merito e si ha qualche problema per le ragioni dei poveri, va a finire che si travolge le vite delle persone e la stessa ragione. Oggi ripresento la norma, affinché approdi rapidamente in Commissione per poi tornare in aula”.
Lo dichiara il Presidente della Commissione regionale Bilancio e Programmazione Fabiano Amati.
“La norma proposta consentiva all’Amministrazione comunale di Brindisi di non esporsi a un ridicolo paradosso, cioè dover applicare un Piano di recupero approvato dalla Regione ordinando la demolizione di piccoli ampliamenti, tutti nel volume massimo del 20%, per poi autorizzarne la ricostruzione ai sensi del Piano casa, cioè la norma che consente l’ampliamento delle residenze nei limiti del 20% della volumetria totale, calcolata ai sensi della stessa legge che consentiva l’approvazione dei Piani di recupero. Cioè una cosa irragionevole a dir poco.
A ciò si aggiunga (per abbondare nell’irragionevolezza) che il motivo della soppressione è stato motivato nella circostanza che la proposta violerebbe la legge regionale vigente, che è proprio il motivo per cui è stata presentata una norma regionale, cioè di pari rango, perché se non ci fosse stato il contrasto con la normativa regionale vigente non ci sarebbe stato ovviamente alcun bisogno di dotarsi di una norma approvata dal
Consiglio regionale. Faccio inoltre presente, a tutti i commentatori d’occasione, che a causa di questi mancati interventi si continua a compromettere l’ambiente di quel territorio, perché senza le canalizzazioni lo scarico fognario avviene in pozzi senza tenuta stagna e il prelievo dell’acqua – non potabile – è assicurato dalle acque sotterranee. Insomma, una combinazione di atti non aderenti alla cura dell’ambiente e del paesaggio.
Ringrazio comunque i capigruppo delle diverse parti politiche della maggioranza che hanno colto le necessità vitali per queste persone e la struttura tecnica dell’assessorato regionale, guidata dall’Ing. Barbara Valenzano, che ha posto a disposizione il proprio impegno tecnico – purtroppo invano – per cercare e trovare una soluzione condivisa”.

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