LECCE – Con le accuse, contestate a vario titolo, di tentata concussione, favoreggiamento, peculato, frode in pubbliche forniture, falso, truffa e violenza sessuale, la Procura di Lecce ha notificato un avviso di conclusione delle indagini preliminari a carico di otto persone, dipendenti dell’Acquedotto Pugliese, tecnici e imprenditori.
La notizia è pubblicata sulla stampa locale. Nell’atto si fa riferimento ad appalti cuciti su misura, lavori mai conclusi e pagati, tangenti in cambio di controlli e molestie sessuali ai danni di un’imprenditrice che lavora con Acquedotto Pugliese e che sarebbe stata palpeggiata da un funzionario di Aqp durante un colloquio di lavoro. Gli accertamenti hanno riguardato l’affidamento di lavori, per un importo inferiore a 20mila euro per i quali è possibile l’affidamento diretto, relativi alla sostituzione di tronchi di fognatura in alcuni comuni salentini.
Gli indagati sono: Emanuele Rizzo, 41, di Monteroni, Cosimo Damiano Anglano, 69 anni, residente a Nardo, dipendente dell’Acquedotto pugliese; Vincenzo Arachi, 69, di Nardò, ispettore di cantiere per conto dell’Acquedotto; Antonio Gai, 40, di Cavallino, ingegnere, direttore responsabile della sicurezza dei cantieri sempre per conto dell’Acquedotto; Mauro Muya, 54, di Lecce, direttore dei lavori per Acquedotto pugliese; Alessio Tundo, 36, di Seclì e Michele Tundo, 63, di Seclì e l’ngegnere brindisino Mario Capoccello, 57 anni, di San Pancrazio Salentino.