Una tragedia su cui è impossibile tacere; ora saranno fatte indagini , processi, dibattimenti; i magistrati hanno fatto quello che potevano ? Il ministro ha invito degli ispettori e , si legge, sulla stampa, si occuperà della questione anche il CSM. un interrogativo pare essere stato però trascurato ; il ragazzo accusato di omicidio e (forse) reo confesso è stato oggetto di tre tso; tre volte dunque un medico ha proposto un tso; tre volte questo è stato validato da un medico della struttura pubblica e poi dal sindaco o assessore delegato, infine dal giudice tutelare.

Tutti d’accordo dunque sulle motivazioni e sulla necessità di attuare tre volte un provvedimento coatto nei confronti di un giovane di 17 anni ; non c’era un altro approccio possibile alla sua condizione di disagio? Forse era da prendere in esame la opportunità di un approccio sistemico o di terapia familiare?

La storia dei manicomi insegna che le prassi custodialistiche hanno, tragicamente, spesso indotto comportamenti aggressivi piuttosto che prevenirli; dunque suggerirei al ministro Orlando di allagare l’ambito ispettivo agli interventi psichiatrici per valutarne la congruità, coinvolgendo il Ministero della salute che sta portando avanti un progetto CCM ( di cui non conosciamo i tempi di realizzazione) ispirato al metodo finlandese definito “dialogo aperto” , metodo che riduce fino ad evitare gli interventi coatti con buoni effetti sulla salute psichica delle persone “trattate”.

Prevenire quell’omicidio era forse possibile ma interroghiamoci senza semplificare; ai familiari di Noemi non posso che riservare (purtroppo solo) un sincero e commosso abbraccio.

Vito Totire (psichiatra, Bologna)

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