multiservizi

Assistendo al colloquio esame dei candidati per la scelta dell’amministratore unico delle società partecipate del Comune di Brindisi, ho avvertito la sensazione che dei componenti l’Organo giudicante, formato da quattro commissari prefettizi, di cui una donna e dal segretario generale del Comune, fosse proprio la rappresentante femminile la più “tosta”. Infatti, è stata costei ad intrattenersi più specificatamente con i partecipanti sulle problematiche relative alla Brindisi Multiservizi, mostrando approfondita conoscenza delle società in house. Non ha mancato l’anzidetta, esprimendo visivamente dissenso, da me condiviso come una statua, sulla domanda e sulla risposta di un candidato riguardante il tempo da dedicare in caso di assunzione delle funzioni di vertice amministrativo della partecipata.  Penso che quella sub commissaria conosca bene la materia e, nel condividere quanto dalla stessa  dichiarato, desidero solo aggiungere qualche considerazione.

Al di là delle indagini della Magistratura, di cui si può auspicare solo una pronta soluzione, può essere utile evidenziare che più volte ho avuto occasione di intrattenermi sulle problematiche della partecipata Brindisi Multiservizi, significando, senza infingimenti di sorta, gli “orrori amministrativi “ compiuti dagli organi politici e non gestori della società. Va rilevato innanzitutto  il mancato “controllo analogo”l’assenza di un piano operativo, la inefficienza di un piano contabile, solo per indicare  alcuni probabili illeciti amministrativi,  sino ad arrivare all’assurdo della adottata delibera n. 2 del 16/3/16, portata a conoscenza dell’apparato burocratico, con la quale di fatto e di diritto il Commissario prefettizio, precedente all’attuale,  assicura in maniera apodittica l’assenza della precaria situazione finanziaria sia dell’Ente che della partecipata sopra citata.

Naturalmente, non potevo non esprimere che chiara opposizione alle farneticanti ipotesi di fusione per incorporazione fra le partecipate Energeko e BSM,  sostenendo peraltro l’affidamento ad una “Due Diligence”, non accolto dagli amministratori dell’epoca forse per mancata conoscenza del significato. Sono, comunque, certo che “quel commercialista di Bari”, che non conosco, bene saprà districarsi, appena conosciuta la situazione complessiva della società affidatagli, per il tentativo di tirare fuori dalle sabbie mobili in cui giace la BSM, magari con l’aiuto di …..un grosso rimorchiatore marino.

All’illustre sub commissaria prefettizia mi permetto solo rammentare che i cittadini hanno bisogno di verità e, pertanto, non va sottaciuta la grande preoccupazione che con “Annibale alle porte” per le vicine scadenze di legge in materia di società in house  e per il fondato pericolo di illiquidità finanziaria della BSM, possa accadere quanto già avvenuto nel Paese e in provincia di Brindisi (S. Pietro V.co) con la emissione di sentenza dichiarativa di fallimento le cui conseguenze sarebbero davvero disastrose.

Dr. Franco Leoci

LASCIA UN COMMENTO