BRINDISI – Presidente, partiamo dalla chiusura dell’accordo con Banca Popolare Pugliese: come è nata questa partnership e cosa vi aspettate?
“E’ un accordo nato dalle ottime relazioni che a livello imprenditoriale abbiamo con la Banca Popolare Pugliese, che avendo una nuova sede a Brindisi molto importante e volendo investire sul territorio, ha deciso di legare il proprio nome a questo progetto così come fa già da anni con la regata Brindisi-Corfù. Li ringraziamo, ma questo è solo l’inizio di una partnership che ci auguriamo sia duratura e ancora più virtuosa rispetto alla base del contratto. Siamo sicuri, però, che sapremo dare lustro alla Banca Popolare Pugliese, favorendo la conoscenza del brand fuori dai confini cittadini e regionali”.
Qual è il termometro della situazione sul fronte sponsorizzazioni?
“Il termometro è buono: stiamo cercando altre aziende e devo dire che a fine campionato, quando abbiamo fatto la consueta cena con tutti gli sponsor, li abbiamo trovati pronti a tornare ad investire e credo che non ci saranno problemi su questo fronte. Inoltre stiamo definendo l’accordo con un’altra azienda importante, del livello della Banca Popolare Pugliese per intenderci, ed abbiamo chiuso l’accordo con un fornitore tecnico di livello internazionale”.
Soddisfatto dell’andamento della campagna abbonamenti?
“Siamo soddisfatti perché confermare quasi lo stesso numero di tessere dopo un campionato così tribolato come quello appena trascorso, secondo me rappresenta un risultato incredibile. C’è da segnalare poi un calo degli abbonamenti generalizzato.
Detto questo, lancio però un appello ai tifosi: non lesineremo un dollaro o un euro per cercare un numero tre da accoppiare in maniera importante a Banks affinché quest’anno ci sia da gioire più che da soffrire, ma l’innalzamento del budget e le basi per un futuro prossimo di crescita passano necessariamente dalla partecipazione dei tifosi e della città. Abbiamo bisogno di arrivare almeno a 2.500 abbonamenti perché sarebbe un risultato straordinario, e poi vogliamo lanciare un vero azionariato popolare per rendere solide le basi di un progetto che quando sono entrato in società era già zoppicante di suo. Ringraziamo l’Associazione Brindisi vola a canestro per quanto fatto fino ad ora, la quale partecipa quanto un socio unico importante: assieme all’associazione, però, vorremmo allargare la base attraverso delle quote più accessibili. Questo anche perché, per la prima volta da quando chiudiamo i bilanci, quest’anno non è stato azzerato il capitale sociale e di conseguenza potremo finalmente lanciare questo progetto. Ciò significa che la programmazione della stagione è stata perfetta: il problema che ci portiamo dietro è legato ad un inizio difficile di questa avventura, quando i conti non erano molto chiari, ed alla riduzione della sponsorizzazione di Enel”.
A proposito di Enel, dall’anno prossimo dovrete cercare di coprire anche quel delta mancante…
“Ci auguriamo che con questa nuova Amministrazione e con l’impegno del Sindaco e dell’Assessore allo Sport si possano tracciare le linee guida dello sviluppo dello sport brindisino tutto. Sarebbe bello, ad esempio, realizzare un campo di pallacanestro sul Lungomare e fare un paio di allenamenti lì, così da far vedere i giocatori a tutti. Riguardo Enel, ho speranze di riaprire il tavolo, così come sono convinto che Happy Casa, che ringrazio, attraverso i risultati che otterremo quest’anno si potrà ulteriormente appassionare ed investire ancora maggiormente sul nostro progetto”.
Passiamo al lato tecnico: siete alla ricerca dell’ala piccola, si è parlato di giocatori importanti come Thomas ed Okoye. Cercate un giocatore di quel livello?
“Sì, cerchiamo un giocatore del livello di quelli citati, che sono stati da noi contattati senza esito positivo perché hanno preferito giocare le coppe; purtroppo non disputare manifestazioni europee rappresenta un problema. Di fatto, la migliore stagione della nostra storia l’abbiamo disputata quando facevamo le coppe: gli americani hanno nel dna la partita, ed allenarsi ogni giorno per una settimana li stanca mentalmente”.
Avete chiuso con un giocatore importante come Gaffney, che ha acceso l’entusiasmo dei tifosi. Con più freddezza era stata accolta l’ipotesi Leslie. Come sono andate le cose?
“Il costo dei due giocatori è identico. Leslie è un gran giocatore che sicuramente non ha ancora espresso quelle che sono le sue reali capacità: non abbiamo chiuso con lui perché al posto di sottoporsi ad un intervento di routine alla fine del campionato, ha deciso di operarsi adesso. Di conseguenza ci siamo trovati in imbarazzo e devo dire che sono stati straordinari i suoi procuratori, che non avevano saputo nulla e che scoperto l’intoppo ce l’hanno riferito prima di apporre le firme sul contratto.
Quando mi hanno parlato di Gaffney pensavo mi stessero prendendo in giro perché è un giocatore che seguivamo da anni e che non eravamo mai riusciti a prendere. Viaggiava su cifre molto alte: per convincerlo a venire e ad accettare un’offerta più bassa rispetto ai suo ingaggi passati ci ha aiutato l’amicizia con Banks e le belle parole che ha speso per Brindisi”.
Come mai non siete andati subito su Gaffney?
“Perché le richieste di Gaffney erano molto più alte e quindi avevamo paura di non riuscire a chiudere con il budget. Quando poi siamo riusciti a far abbassare il prezzo della domanda grazie alle rassicurazioni che gli sono pervenute sulla piazza e sul progetto, allora ci siamo subito fiondati per chiudere l’accordo”.
Quando approda a Brindisi un giocatore di grande valore si teme sempre che qualcosa non torni. Lo scorso anno con Randle non andò bene: possiamo affermare con tranquillità che si tratta di due casi nettamente differenti, vero?
“Mentre Randle era una scommessa perché non aveva giocato praticamente per un anno, l’ultima stagione di Gaffney, le sue statistiche ed il suo minutaggio dimostrano che parliamo di un giocatore integro che ci darà l’esperienza e l’approccio mentale che forniva, per fare un esempio, Lavrinovic a Reggio Emilia. Avendo Banks e Gaffney, probabilmente non rivedremo i finali di partita scellerati degli ultimi due anni”.
Mesicek andrà via?
“Andrà via e purtroppo non prenderemo nessun buy-out. Mesicek è un ragazzo che di sicuro farà tanta strada però in questo momento, rispetto alle cifre a cui avremmo dovuto tenerlo, abbiamo preferito aggiungere qualcosina in più e prendere un giocatore più pronto come Banks. Se fosse rimasta la regola del 3+4+5 Mesicek avrebbe sicuramente fatto parte del roster”.
Per la regia si era parlato di nomi altisonanti come Pullen, Tabu, poi è arrivato un rookie come Clark. Come mai questa scelta?
“Devo dire la verità: quando è iniziata la campagna acquisti volevamo fare un colpo importante che facesse capire alla gente le nostre intenzioni e che potesse cancellare le delusioni dell’ultima stagione. Avevo quindi chiesto un colpo ad effetto, un grande ritorno: ci ho provato personalmente a parlare con Jacob ma lui sta aspettando una chiamata importante e quindi abbiamo virato su un altro gradito ritorno come Banks. Riguardo questo rookie, è stata una scelta convinta di Vitucci: mi ha chiamato una sera dicendomi di aver trovato il play, io ho pensato subito ad un nome roboante che mi sarebbe costato tanto, invece mi ha parlato di Clark e della possibilità che possa esplodere con noi. Aggiungo un aneddoto: mi hanno chiamato alcuni addetti ai lavori facendomi i complimenti per il colpo e confidandomi che non erano riusciti a prenderlo. E’ un giocatore interessante, che è un rookie solo sulla carta ma che per personalità può dire la sua”.
Il sesto straniero sarà il quarto lungo?
“Sì, ne proveremo qualcuno nel pre-stagione perché non avremo Wojciechowski in quanto impegnato con la nazionale polacca. Prenderemo quello che ci darà maggiori garanzie per una crescita che prevede qualche minuto quest’anno ed un maggiore minutaggio l’anno prossimo”.
Andrea Pezzuto Redazione |