BRINDISI – L’eccessiva produzione dei rifiuti solidi urbani, rappresenta uno dei maggiori problemi del terzo millennio, soprattutto in riferimento alle necessità sempre più emergenti di trovare una soluzione al loro smaltimento.

Questo continuo proliferare di rifiuti evidenzia, in modo incontrovertibile, come il consumo irrazionale di risorse sia divenuto un gravissimo problema, che ogni singolo individuo contribuisce ad alimentare col proprio stile di vita.

Il punto di partenza è la revisione critica del ciclo di vita dei prodotti, giacché la cultura attualmente dominante interpreta il ciclo dei prodotti “dalla culla alla tomba”, considerando la vita del prodotto all’interno di un ciclo temporale nel quale esso ha una unica occasione di utilità dopo la quale esso diventa un rifiuto, molto spesso prima ancora che vengano meno le sue caratteristiche funzionali (come nel caso di dispositivi tecnologici che, pur essendo ancora funzionanti, vengono considerati obsoleti).

E’ ormai evidente che è necessaria una rivoluzione comportamentale che riconsideri il ciclo di vita dei prodotti, proponendo un nuovo ciclo “dalla culla alla culla”, in ciò assegnando ad ogni prodotto la possibilità concreta di vivere una nuova fase di vita, riducendo nel frattempo lo smodato utilizzo di nuove materie prime la cui disponibilità non è affatto illimitata.

E’ questo il pensiero fondamentale posto a base della cosiddetta “economia circolare”.

Questo approccio diventa essenziale per far crescere e qualificare una vera e propria “industria di preparazione al riciclo”, che abbia l’obiettivo di creare un’economia del recupero di materia, ma anche di ricercare nuovi sbocchi nell’industria manifatturiera fondata sulle materie seconde.

La ricerca nel settore del riciclo rappresenta un’eccellenza nazionale e qui a Brindisi c’è il Cetma che è uno dei pilastri fondamentali di questo sistema. Certo, è ancora necessario sviluppare innovazioni di prodotto o di processo idonee ad ampliare le capacità di utilizzo delle materie seconde recuperate, ma la tendenza è estremamente positiva e significativa.

Un approccio innovativo alla “questione rifiuti” presuppone quindi una capacità di pensiero lungo e sistemico, che imponga immediatamente la necessità di costruire legami organici tra gli Enti di ricerca, le imprese del riciclo e quelle manifatturiere, convergendo verso l’obiettivo urgente di realizzare a livello territoriale un Distretto Recupero Materia.

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Ho cercato di trattare questi argomenti molto complessi in un lavoro che sarà pubblicato la prossima settimana (Giuseppe Marchionna – La Fabbrica dei Materiali – Edizioni Youcanprint, versione cartacea e versione e-book – in tutte le principali librerie on-line).

Mi piace riportare qui l’incipit della prefazione di Maurizio Bruno, Presidente della Provincia di Brindisi e Sindaco di Francavilla:

“Devo ammettere che mai prima d’ora la “questione rifiuti” mi è apparsa così decisiva per la qualità della vita nelle Città, ma anche per gli equilibri finanziari delle Amministrazioni Comunali sempre più alle prese con le drastiche riduzioni delle disponibilità di risorse.

Per questo credo che il lavoro di Pino Marchionna arrivi al momento giusto, cercando di offrire un punto di riferimento nel confronto anche aspro che si deve aprire sulle prospettive di risanamento e di nuovo sviluppo di questo comparto.

Gli strumenti che questo libro offre agli amministratori pubblici, ai dirigenti comunali, alle imprese e anche ai comuni cittadini interessati a queste tematiche sono ampi, vari e complessi, ma tutti tendono a convergere verso un approccio innovativo alla “questione rifiuti”, cercando di evitare “romanticherie” ambientaliste e fondamentalismi liberisti.

Marchionna ci spinge a considerare finito il tempo di “gingillarci” sulle percentuali di raccolte differenziate che vengono raggiunte nei vari Comuni, con tanto di gare, diplomi e medaglie.

E’ venuto invece il tempo di “pesare” i materiali effettivamente riciclati, per valutare quanto e cosa essi rappresentino nella nostra economia in termini di risparmio di materia prima e di energia.

Ciò sottintende un nuovo approccio verso l’ambiente che non si arresta più sulla soglia del generico rispetto verso il “Creato”, ma va oltre per cercare di evitare nuovo consumo di territorio (discariche), oppure ulteriori emissioni di agenti inquinanti (inceneritori)” …

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www.pinomarchionna.it

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