Il Cobas di Brindisi e Lecce a sostegno dei lavoratori della Gial Plast, colpita da interdittiva antimafia

Il Sindacato Cobas di Brindisi e Lecce ha rivolto alla Prefettura di Lecce una richiesta di incontro per chiedere informazioni sulla  interdittiva antimafia che  ha colpito la ditta Gial Plast  ed una copia della stessa per essere visionata dai nostri avvocati.

Il provvedimento della Prefettura di Lecce ha già portato alla sospensione dal lavoro di 30 persone  , colpevoli solo di avere commesso in passato dei reati e di averli espiati.

Gli anni di lavoro svolto  in molti casi sono  dai dieci ai venti anni, passando da ditta in ditta per il cambio appalto.

Addirittura nel caso di un nostro iscritto la colpa ,riportata nella lettera di sospensione , è stata quella  di essere stato fermato 20 anni fa dai carabinieri in un paese del Barese e rimandato a casa .

Il provvedimento che oggi ha colpito la Gial Plast domani può interessare qualsiasi azienda che opera negli appalti pubblici.

Potrebbe colpire migliaia di lavoratori che hanno ricevuto condanne in passato e che grazie al lavoro hanno avuto una possibilità di reinserimento.

L’opinione dei nostri avvocati è che questo provvedimento porta dritto dritto al licenziamento , dove anche in caso di vittoria al tribunale si applicherebbe la Fornero ricevendo pochi mesi di indennità

Proprio per questo nella lettera che abbiamo spedito alla Prefettura di Lecce facciamo riferimento alla palese violazione dell’articolo 27 comma 3 della Costituzione Repubblicana che dispone: “le pene  non possono consistere in trattamenti contrari al senso di umanità e devono tendere alla rieducazione del condannato”.

Insomma , se le trenta persone unitamente tra di loro avessero costituito  un sodalizio criminale allo scopo di imporre alla società , ai comuni interessati , delle scelte a loro vantaggio economico i provvedimenti avrebbero avuto un senso e denunciati alla autorità giudiziaria

Qui si dice , siccome in passato hai avuto condanne rimani sempre bollato come delinquente e non potrai mai lavorare per il resto della tua vita.

Qui si scardina non solo l’articolo 27 ma tutta la Costituzione.

Una legge che rinnega il diritto al lavoro per milioni di persone e che li condanna a morire di fame o a ritornare a delinquere.

Una legge  cosiddetta antimafia ma che nella sostanza non lo è assolutamente.

Gli aspetti sollevati dalla interdittiva antimafia rivolta alla Gial Plast supera i confini locali per diventare secondo noi una questione nazionale, forse trascurata troppo fino ad oggi .

Il Sindacato Cobas sosterrà le ragioni di questi lavoratori colpiti da provvedimenti ingiusti ed interesserà il Ministro della Giustizia Bonafede affinchè si faccia chiarezza su una legge che di antimafia non ha proprio nulla , anzi corriamo il serio rischio di alimentarla.

Per il Cobas Roberto Aprile

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