BRINDISI – Dodici porti italiani, tra cui quello di Brindisi (gli altri sono Cagliari, La Maddalena, Augusta, Castellamare di Stabia, Gaeta, La Spezia, Livorno, Napoli, Taranto, Trieste e Venezia) possono accogliere naviglio a propulsione nucleare, ma i Piani di emergenza dove sono?

E’ la denuncia del Gruppo d’intervento giuridico (Grig). Secondo gli ambientalisti “la popolazione residente non ha alcuna informazione su come comportarsi in caso di disgraziato incidente”. Per questo l’associazione ecologista ha inviato una richiesta di informazioni ambientali concernente la necessaria pubblicizzazione e informazione dei piani di emergenza per i rischi di incidente nucleare in favore della popolazione residente in tutte le città interessate. “Eppure non si tratta di eventi impossibili – assicura il Grig – il 17 ottobre 2003 il sommergibile a propulsione nucleare Hartford della Marina Militare Usa s’incagliò nella Secca dei Monaci, nell’Arcipelago della Maddalena: ufficialmente non si è avuta notizia di fuga di materiale radioattivo, ma di sicuro solo una buona dose di fortuna evito’ danni gravissimi all’ambiente e alle persone”. L’associazione indica anche chi dovrebbe farsi carico di piani e informazione: “”Responsabile dell’attuazione dei dispositivi è il prefetto territorialmente competente, che si avvale di un Comitato del quale fanno parte i rappresentanti delle forze dell’ordine, dei vigili del fuoco, del Servizio sanitario nazionale, del Genio civile, dell’Esercito, della Marina, dell’Apat, della Regione interessata e degli enti locali”. “Il Dipartimento della protezione civile presso la Presidenza del Consiglio dei Ministri – precisano gli ambientalisti – deve essere costantemente aggiornato sui piani di emergenza locali e loro eventuali modifiche per potere coordinare eventuali emergenze di vasta scala che coinvolgano piu’ Regioni”.

LASCIA UN COMMENTO