Colpo Gobbo: “QUANDO ASSISTENZA E IPOCRISIA VANNO A BRACCETTO”

Caso del giorno a Brindisi: Piter,un noto mendicante, che si potrebbe a ragione definire “clochard”, non per francofilia ma perché claudica davvero (e clochard proprio questo vuol significare), non si fa più vedere in giro da una settimana, mentre il suo fedele cagnolino, Ben, gironzola per la pericolosa via Materdomini. Subito scatta l’allarme, con conseguente generosa gara di solidarietà per andare a trovare il mite e benvoluto Piter,  al fine di verificare le sue condizioni di salute e prestagli soccorso morale e materiale. Sulle pagine del gruppo fb “Comitato di quartiere Sciaia/Materdomini” è tutto un pullulare di post affettuosi e solidali. In breve, “Cane e padrone” (per dirla con Thomas Mann), sono circondati da un impressionante stoccaggio di viveri, per umani e per canidi. E’ molto probabile che la stampa locale dedichi a questa storia deamicisiana un po’ di spazio e gloria ma presto… tutto tornerà alla normalità che però, a ben riflettere, non è affatto normale. Può una società moderna, evoluta, che si sciacqua la bocca straparlando di principi etici e sociali,continuare a permettere la vergogna e l’ingiustizia di consentire che migliaia di persone in difficoltà vivacchino tra stenti e quarti d’ora di illusorio microbenessere? Uno Stato non ha forse il  dovere di “promuovere serie ed efficaci iniziative volte a debellare per sempre questa ignominia storica?” (adopero volutamente il linguaggio aulico-burocratico in uso in certi provvedimenti che ricordano le famigerate grida manzoniane). Possibile che per gli emarginati e i senza tetto non  si riescano a trovare centri di accoglienza, case famiglia, luoghi di comunità, istituti religiosi con disponibilità ricettiva, al fine di domiciliare dignitosamente i soggetti bisognosi? Ma veniamo al nostro caso specifico. Noi privati, facendo opere di bene, ci laviamo in qualche modo la coscienza. Ma…le istituzioni? Cosa fanno, di concreto, Regione Puglia, Comune di Brindisi, Diocesi di Brindisi? Si limitano a fare un po’ di beneficenza come noi privati? Mandano “un attimino” dal  disgraziato di turno  i vigili urbani e una volenterosa assistente sociale che stilano un bel verbalone e poi…chi si è visto si è visto?.No, signori, così non va e non basta. L’ipocrisia regna sovrana. Il nostro Piter, tecnicamente non è un vagabondo perché è stanziale, non è un barbone perché mi pare abbia solo i baffi, non è un senzatetto (abita in una casetta da boscaiolo sita ai margini dell’ex parco Babylandia), e non è di certo un pezzente (è pulito e veste in maniera decorosa): è solo un bravo e discreto elemosinante che esercita sui gradini della Chiesa “Ave Maris Stella”. Questo è il suo quartiere, noi siamo la sua gente, non può essere sradicato e sistemato altrove. Poiché si avvia verso la terza età e ha qualche problema di salute, non può continuare a vivere isolato in piena campagna. Allora bisogna trovare una soluzione valida che lo integri nel quartiere dove vive da più di quindici anni. Mi viene da pensare subito ai compassionevoli monaci della nostra Parrocchia: sono sicuro che già lo aiutano in qualche modo, ma non nella maniera ottimale e risolutiva che azzererebbe ogni problema. Potrebbero infatti accoglierlo nella grande e semideserta struttura conventuale, magari assegnandoli compiti ausiliari, nello spirito dei Padri Cappuccini, i quali appartengono proprio alla tipologia di frati minori che, se non erro, fa parte di uno dei tre ordini “mendicanti” maschili di diritto pontificio. Penso che San Francesco approverebbe entusiasta.

                                                                                Bastiancontrario

 

CONDIVIDI

1 COMMENTO

  1. Mi sono interessata in questi gg come pure alcuni anni fa sia per il cane che per Peter… lui vive alla Sciaia da più di 20 anni quasi 30 sia le istituzioni che la chiesa lo conoscono bene … per fortuna ora abbiamo un comitato di quartiere e Fb ha agevolato molto per diffondere il “problena” anni fa chiesi alla parrocchia del casale la possibilità di fargli fare una doccia ma mi è stato detto no! Ora non so se le cose sono cambiate ma non mi pare…. Siccome sono stata io a sollevare il “problema” visto che, il cane ha il mio num sulla targhetta e quindi chi l’ha trovato in giro ha chiamato me ( vorrei aggiungere che Peter ha un recinto ma pare che il cagnolino abbia trovato una via d’uscita) stiamo raccogliendo delle offerte e del cibo non deperibile … sarebbe bello se riuscissimo ad aggiustargli la capanna che si è costruito… questo sarebbe davvero il massimo ….peró non vorrei che questo articolo gli si ritorca contro… Peter ed il suo cane vogliono rimanere dove sono e dopo quasi 30 anni perché negarglielo?
    Vorrei aggiungere che la solidarietà di tutta la gente che abita nel quartiere è stata tanta 👏👏 bravi tutti 👏👏

LASCIA UN COMMENTO