COLPO GOBBO: IL MORBO, LE CHIACCHIERE, IL RISCHIO E IL VIRUS
Chiariamo subito: il coronavirus è morbo o virus? Diciamo che può essere sia la prima che l’ultima parola del titolo. Il problema di questa maledetta malattia è gravissimo, quello che lo affianca e lo distorce è quasi altrettanto grave ed è quest’ultimo ad essere un virus. Sto parlando dell’idiozia pura di coloro che, irresponsabilmente e talora senza rendersene conto, amplificano i danni collaterali del morbo con parole e atteggiamenti piegati all’istinto animale e non illuminati da coscienza e ragione. Massima attenzione e rigore sì, ma nessuna concessione a forme primitive e controproducenti di manifestazioni di isteria e di patofobia. Quello che è successo a Lecce, dove sul freccia argento una stupida cacciatrice di untori ha fatto fermare un sospetto (sic!) è un episodio preoccupante, eppure qui siamo nella civile e progredita Italia, non in Ucraina e la sanità del mondo civilizzato non è più quella che c’era ai tempi della famigerata “spagnola”. Ai gravi pericoli di epidemia si reagisce vigilando e soprattutto rispettando le direttive che ci vengono impartite dagli organi competenti. Non servono stralunati segnalatori di probabili infetti ma cittadini seri e responsabili. Detto ciò, passiamo alle chiacchiere. Finiamola di diffidare di tutti, il nostro non è uno stato totalitario e censorio come la Cina.,Il richiamo al senso di responsabilità vale ancora di più per quei politici di scarso cervello e di lunga lingua che sono sempre pronti a cavalcare la tigre per strumentalizzare i fatti a proprio vantaggio. Cosa ignobile, meschina, pericolosa. Anche i giornalisti, specie quelli televisivi che si rivolgono non ad un pubblico selezionato com’è quello dei giornali ma ad una platea vasta e mediamente semplice, stiano ben attenti a calibrare la comunicazione, a dosare le parole utilizzare nei titoli, ad avere misura nel proporre immagini. E se proprio si devono fare salotti sull’argomento, che si discuta su basi scientifiche e tra persone qualificate, evitando sproloqui, interviste cretine, servizi giornalistici in esterni assolutamente inutili e risibili effettuati da branchi di precari disperati con un tasso professionale molto modesto. Seguiamo tutti un protocollo etico rigoroso o la confusione e lo sconcerto causeranno danni irreversibili. Questo è un momento davvero critico per il paese, lavoriamo con l’intento comune di informare con correttezza e senso della misura, senza inseguire indici di ascolto, numero di contatti o dati di vendita. Ci vorranno mesi per debellare questo flagello, armiamoci tutti di pazienza e di coraggio: questo è davvero uno di quei casi in cui ci vuole calma e sangue freddo.
Bastiancontrario