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Aprile: mese di celebrazioni liturgiche di particolare rilievo, ma anche mese che annovera tra le sue date quel venticinque aprile, festa della liberazione dal fascismo, così fondativo per l’odierna identità democratica della Repubblica italiana. A regalarci una bella riflessione sulla possibilità e sul bisogno di un calendario che celebri e si interroghi sulla nostra storia più recente è il libro Calendario civile (Donzelli) a cura di Alessandro Portelli.

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Il volume, un progetto collettivo nato dalla collaborazione dell’editore con il Circolo Gianni Bosio (associazione fondata a Roma nel 1972 che individua la sua missione nell’archiviazione, nella ricerca e nella promozione della memoria e della conoscenza alternativa delle culture popolari), raccoglie ventidue interventi, ciascuno dedicato ad una giornata celebrativa da cui discende il nostro essere, oggi, parte di una società che tende a connotarsi quale crocevia di pensieri, istanze e aspirazioni alla giustizia, alla libertà, all’uguaglianza. Si tratta di festività laiche – di origine istituzionali alcune, altre punto d’arrivo di faticosi processi di conquista, altre ancora fissate idealmente dal basso grazie alla sensibile partecipazione di comunità intere alla costruzione della memoria: ed è così che, accanto al 2 giugno, abbiamo il primo maggio, l’8 marzo, ed ancora il 23 maggio con la strage di Capaci e il 3 ottobre, Giornata delle vittime dell’immigrazione nel giorno del tragico naufragio a Lampedusa. Ciascun contributo (tra le prestigiose firme anche Tobagi, Crainz, Lerner, Urbinati, Natoli) ricostruisce la genesi diacronica di ogni celebrazione, ma non risulta difficile scorgere il filo rosso che lega, sincronicamente, le ventidue tappe di un’evoluzione tutta in itinere. Ne viene fuori un mosaico “di tessere diverse ma capaci, tutte insieme, di formare un disegno che chi legge può ricostruire”: un esercizio di libero pensiero e di democrazia, aspettando il 25 aprile.

Diana A. Politano




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