Sarà l’autopsia a chiarire le cause del decesso, ma prende corpo l’ipotesi di un gesto volontario nel tragico caso di Gina Monaco, la 60enne scomparsa il 6 aprile scorso a Ceglie Messapica e ritrovata senza vita sotto un albero, tra la fitta vegetazione del boschetto di contrada Moretto.
La scoperta è avvenuta stamattina, durante un intervento di pulizia programmato proprio per consentire un nuovo sopralluogo nella zona: alcuni operai dell’ARIF, l’Agenzia Regionale per le attività Irrigue e Forestali, stavano liberando l’accesso al bosco quando si sono imbattuti nel corpo, ormai in avanzato stato di decomposizione.
Il punto in cui giaceva la donna si trova a pochissimi metri dalla sua abitazione e alle spalle della marmeria del compagno. Una zona già battuta nei giorni immediatamente successivi alla scomparsa, ma la vegetazione fitta e la posizione defilata del cadavere l’avevano nascosto alla vista.
Sul posto sono intervenuti i carabinieri della compagnia di San Vito dei Normanni, il tenente colonnello Marco Ancora, comandante del Reparto operativo, la scientifica e i vigili del fuoco, che hanno supportato le operazioni di recupero del corpo.
Gina Monaco era stata vista l’ultima volta la mattina della scomparsa: una telecamera di sorveglianza la aveva ripresa mentre camminava da sola e con passo deciso lungo la salita che costeggia la marmeria. Prima di uscire, aveva chiesto al compagno di prenotare il ristorante per il pranzo domenicale. Poi, il silenzio.
Uno dei suoi due telefoni cellulari era stato localizzato l’ultima volta proprio nella zona del ritrovamento.
A rafforzare l’ipotesi del gesto volontario, un episodio avvenuto cinque giorni prima della scomparsa: la donna era stata ricoverata in ospedale dopo aver ingerito una dose massiccia di psicofarmaci.