BRINDISI – Riceviamo e pubblichiamo una nota congiunta delle segreterie territoriali di Cgil, Cisl e Uil di Brindisi in riferimento all’incontro dello scorso 20 luglio alla presenza del Ministro De Vincenti:

Abbiamo appreso dalla stampa l’esito della riunione svoltasi a Roma il 20 luglio scorso alla presenza del ministro De Vincenti. Un incontro chiesto ed ottenuto da CGIL, CISL e UIL di Brindisi circa un mese fa in occasione della sua venuta nella nostra città. Di quell’incontro  a Brindisi erano parti sostanziali CGIL, CISL e UIL, nonché il rappresentante dell’ASI e due parlamentari locali:  il Sen Tomaselli e l’On.le  Mariano. Lo scorso 20 luglio presso la sede Governativa non sono stati invitati proprio coloro che la questione Brindisi l’avevano posta,  chiedendo in un documento diffuso sulla stampa che venisse dichiarato lo stato di crisi del territorio Brindisino. Il sindacato confederale, su Brindisi e provincia per sua natura, oltre ad associare, rappresentare e tutelare lavoratori, pensionati, giovani, disoccupati, immigrati, si mobilita e si impegna quotidianamente, se pur in un contesto molto difficile, anche sulle prospettive e sui processi di sviluppo a favore di questo territorio, il quale è particolarmente sofferente sul piano occupazionale con altissimi tassi di percentuale di disoccupazione giovanile, per la crisi di tutti i settori produttivi, per il disagio sociale e di povertà delle famiglie e dove CGIL CISL UIL svolgono storicamente, a tutti i livelli e con tutte le loro federazioni, enti e associazioni, anche un ruolo di elaborazione, di proposta e di contrattazione sociale.

I rappresentanti del Governo hanno permesso che prendessero parte  all’incontro presso il Ministero solo alcuni dei presenti quel giorno, o e non anche i promotori di tutta l’iniziativa sulla crisi Brindisina: i Sindacati Confederali. Ben vengano tutte le iniziative, sicuramente non potranno essere esaustive, né totalizzanti, poiché i reali detentori delle problematiche del lavoro e dell’occupazione sono i Sindacati Confederali,  che quotidianamente si misurano sul territorio e non carpiscono il lavoro altrui per strumentalizzarlo a fini elettorali.  Vedremo cosa saranno in grado di ottenere, così come vedremo  se riusciranno  a carpire tutte le reali problematiche sino ad oggi  affrontate. Noi dubitiamo che questo avvenga,  soprattutto a causa di uno scollamento fisiologico che da sempre hanno rispetto al loro  territorio. Il Territorio Brindisino  attraversa una  congiuntura che ha prodotto e continua a causare disoccupazione, mancanza di progettualità ed investimenti con disagi in tutti i settori economico-produttivi e sociali della nostra provincia. Ci spiace che il  Ministro De Vincenti non sia stato messo nelle condizioni di rispettare in toto la parola data, evidentemente anche lui pensava che il nostro fosse un territorio coeso che non vive di personalismi, ma agisce per il bene di chi ci vive, SI SBAGLIAVA! L’attenzione del massimo responsabile politico nazionale del settore nei confronti dei nostri problemi è comunque da considerare positiva. Speriamo sia la volta buona. C’è però il sospetto, a sentire le dichiarazioni delle personalità politiche che hanno partecipato alla riunione, che si siano usate argomentazioni già licenziate da tempo, ed infatti  hanno presentato come novità quanto in passato era già da noi stato chiesto ed ottenuto: le bonifiche, mai iniziate anche se finanziate, il recupero per nuovi investimenti delle aree che non hanno la necessità di essere bonificate, nessun progetto per rendere appetibili nuovi investimenti sui terreni già disponibili per ridare vita all’economia agonizzante ed al calo incontrollabile dei posti di lavoro. Qualche anno addietro si decantava tanto il progetto della Città d’acqua, come la panacea di tutti i problemi che assillano la nostra collettività. Oggi l’intenzione, riciclata, ha cambiato nome. Si chiama Brindisi Industrial Park (vecchio progetto presentato e discusso anni addietro con l’ASI in una riunione del C.P.E.L.) che potrebbe, non si capisce come, riaprire uno spiraglio per la debilitata economia brindisina. Una speranza attesa da anni che, consideriamo purtroppo non essere una soluzione adeguata per le innumerevoli esigenze accumulate dalla comunità brindisina negli anni. Dalle interviste rilasciate dai nostri rappresentanti politici non sono emerse, ad esempio, altre possibili disponibilità per nuovi finanziamenti in settori produttivi consolidati come quello chimico (attraverso lo strumento dell’Accordo quadro della chimica) ed aeronautico (da sostenere e rilanciare in presenza di una crisi particolarmente violenta e profonda). Riteniamo fondamentale il confronto con le parti sociali da discutere ed approfondire nel territorio, indispensabile per affrontare nel dettaglio la situazione. Come dicevamo all’inizio è stato preparato un documento congiunto fra i tre Sindacati Confederali (CGIL CISL e UIL)  peraltro già a disposizione del ministro, che contiene una analisi dettagliata del contesto locale. Esso è naturalmente aperto alla discussione. Può essere il presupposto da cui partire e da presentare, dopo averlo condiviso, al governo nazionale ed alla regione Puglia. Ricordiamo, prima di tutto a noi stessi, che i problemi potranno essere risolti solo con la concertazione fra le parti. È necessaria, al contrario, l’unità di intenti per raggiungere gli obiettivi prefissi. Lo sosteniamo da anni. Si spera in un risvolto  positiva dell’intera vicenda.

Macchia (Cgil), Castellucci (Cisl) e Licchello (Uil)

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