RICONVERSIONE EX CENTRALE CARBONE BRINDISI, D’ATTIS (FI): “OLTRE 50 MANIFESTAZIONI DI INTERESSE E’ SUCCESSO STRAORDINARIO. OTTIMO LAVORO CON MINISTRO URSO”

Mauro D'Attis

“Le norme da noi introdotte oggi si rivelano in tutta la loro importanza per la città di Brindisi che oggi può guardare al futuro con prospettive straordinarie: le oltre 50 manifestazioni di interesse a investire nella fase post carbone rappresentano un grande successo per la riconversione e la reindustrializzazione dell’area dell’ex centrale a carbone. Sono il frutto di un lavoro importante che abbiamo portato avanti e stiamo proseguendo con il governo e le istituzioni locali. Abbiamo avuto ragione a proporre l’istituzione del comitato per la riconversione della centrale Enel e abbiamo fatto bene, assieme al collega Battilocchio, perché si è rivelato un organismo essenziale per condurre il processo che tra poco vedrà la nomina di un commissario. Sono estremamente soddisfatto perché 50 manifestazioni di interesse sono tantissime e dimostrano che Brindisi potrà tornare ad essere una grande città industriale con insediamenti moderni e sostenibili. Continuiamo, perciò, a lavorare in sinergia con il Ministro Adolfo Urso per raggiungere questo obiettivo cruciale e strategico per il futuro della città e della Puglia”.

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1 COMMENTO

  1. E’ incredibile che non ci si renda conto che l’Italia è in una situazione davvero critica sul tema della Produzione Elettrica, nonostante le chiare evidenze del costo dell’elettricità sensibilmente più elevato in UE e soprattutto rispetto ai ns. principali concorrenti nell’economia globale.

    Occorre quindi urgentemente rivedere, diversificare e bilanciare il “MIX delle Fonti” per la produzione elettrica nazionale, allo scopo anche di ridurre il cronico import del Nucleare proldotto per noi da Francia, Svizzera e Slovenia.
    Quanto sopra nell’articolo è altresì in diretta contraddizione con le iniziative per il riavvio del Nucleare a casa nostra, che richiede tempi lunghi ed il Carbone è di vitale importanza per tamponare questa fase intermedia.

    Il Governo deve posticipare le tempistiche indicate nel PNIEC almeno fino al 2030, seguendo l’esempio di Germania e Polonia, se non si vuole ulteriormente dammeggiare la ns. industria manifatturiera.

    Un serio approfondimento tecnico è doveroso.

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