Leggevo con preoccupazione ed ansia il rapporto del Censis fatto dalla Fondazione DE RITA, una fotografia di un paese “dal rancore polverizzato”, da un ascensore sociale bloccato, dall’aumento della povertà assoluta + 16% rispetto al 2007, da un ceto medio disintegrato. Ma soprattutto un boom di sfiducia nella politica, nei partiti, nei sindacati, che trova nei social e nella tecnologia una sponda pericolosa per una deriva democratica.

Bisogna sforzasi di trovare degli anticorpi per frenare quel 84% di italiani che non ha più fiducia nei partiti, nel parlamento, negli enti locali, che non è una insoddisfazione momentanea, ma è diventata sistemica, strutturale, per cui seriamente preoccupante.

Come se esistesse una diga enorme tra la politica di “Palazzo” e la vita vera quella di tutti giorni, fatta di ansie, preoccupazioni, paura del futuro, povertà, insomma uno scollamento tra la rappresentatività democratica governante ed il paese dei cittadini.

Il segnale oltre che essere seriamente preoccupante, deve far riflettere chi oggi fa politica, governa le istituzioni, si sforza di dare soluzioni e suggerimenti ai problemi.

Stanno crescendo le intolleranze non solo nell’estrema destra, con episodi ingiustificabili, ma anche nell’estrema sinistra demagogica  e pronta ad attribuire colpe ad altri.

Insomma si parla alla pancia del paese, all’insoddisfazione generale, senza sforzarsi di trovare soluzioni e vie da perseguire.

Non si discute più, non ci si confronta, si urla, si estremizza, si fa politica personalizzando il dibattito e creando confusione nei cittadini /elettori.

La nascita di movimenti  politici spontanei non sono una malattia, ma il sintomo chiaro ed inequivocabile di un malessere diffuso dalle Alpi alla Sicilia.

In questo momento storico particolare i cosiddetti “Moderati”, pur essendo non la maggioranza assoluta, devono svolgere un ruolo importantissimo per cercare di raddrizzare la barra del Vascello Italia, riportando la moderazione, il confronto, il dibattito nell’arena della politica. Devono essere innovativi sulle proposte di governabilità, scevri da interessi sull’immediato, ma pensare a gettare le basi per un’altra “primavera“ di rinascita democratica,di sviluppo e di pace sociale.

Se i moderati vengono spazzati via, emarginati, il pericolo per la Democrazia sarà enorme,bisogna trovare una Terza Via che dia le risposte chiare ad un paese sbandato, a cittadini sfiduciati a classi sociali che rischiano l’estinzione, ma bisogna soprattutto ricostruire le regole dello stare insieme,della tollerabilità verso il diverso, l’emarginato,le minoranze, insomma ricostruire l’essenza della democrazia e del confronto e non dell’eliminazione. Il cammino è arduo e duro, ma bisogna spendersi, per i valori nel quale crediamo e ci siamo formati.

Claudio NICCOLI

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