Mobilitazione in tutte le piazze contro il Ddl Pillon sulla famiglia. CGIL e UIL chiedono il ritiro del disegno di legge

BRINDISI – Il DDL Pillon  è una norma che cancella 40 anni di battaglie in materia di diritti acquisiti  su separazioni, tutela del coniuge maltrattato, affido, mantenimento ed alimenti.

Un provvedimento che, se adottato , entrerebbe a gamba tesa su una serie di rapporti molto delicati, ma soprattutto alterati dagli eventi.

Si entrerebbe nelle case degli italiani innanzitutto discriminandoli se non abbienti.

Diciamo questo perché si prevede che gli incontri di mediazione familiare obbligatoria in caso di separazione con figli minori, siano a pagamento a partire dal secondo incontro, secondo tariffe che saranno emanate dal Ministero.

E poi si andrebbero a toccare equilibri impossibili da raggiungere in costanza di separazione: i due coniugi separandi con figli minori,  in caso di separazione consensuale dovrebbero proporre un “piano genitoriale concordato”, quasi fossero un’azienda in crisi che deposita i libri contabili in tribunale!

Il criterio ragionieristico, e per tal motivo asettico e non applicabile ad un settore cosi delicato come quello delle separazioni e della tutela dei minori coinvolti, prosegue con l’indicazione nel piano di tutte le spese da sostenere per ciascun genitore.

E le follie, generate da chi evidentemente ha una visione esasperata della realtà genitoriale in separazione, proseguono con ulteriori impossibili tipologie di provvedimenti da adottare in costanza di separazione.

È un disegno di legge scollato dalla realtà, soprattutto quella delle delicate vertenze familiari, in cui non devono essere i  numeri di un mantenimento o un mediatore a pagamento a fare la differenza.

Qui si parla di minori che devono essere condotti a metabolizzare una scelta subita ed una vita irrimediabilmente modificata dalle scelte dei loro genitori.

Di donne che non lavorando, anche se vittime di violenza, sono scoraggiate dai costi di una mediazione e da tutti gli altri costi previsti da una norma ad impronta prettamente maschilista, intesa nella peggiore delle accezioni.

Dunque, si avversa con decisione tale norma per dire no a coloro che vorrebbero cancellare i 40 anni di battaglie creando regressione, alimentando la diseguaglianza e la discriminazione di genere, e privando le vittime di violenza domestica di importanti protezioni.

Per tali ragioni CGIL e UIL Territoriali,  nel corso della giornata di mobilitazione nazionale contro il decreto Pillon, consegneranno il presente documento a SE il Prefetto di Brindisi, affinché possa rappresentare al Governo la richiesta di ritiro dello stesso decreto.

Il Segretario Generale CGIL                                                   Il Segretario Generale UIL

 Antonio Macchia                                                                            Tonino Licchello

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