LA LETTERA – Breve riflessione di un “bombarolo”

Gli echi di una guerra che seminò terrore e morte arrivano fino a noi…quasi a ricordarti violentemente gli effetti devastanti dell’odio che anche oggi vorrebbe rigurgitare in svariate forme di intolleranza. I nostri genitori e i nostri nonni hanno vissuto l’ansia della fuga nel cercare riparo durante i bombardamenti di una guerra che non avevano scelto di vivere e che invece subivano, quando oltre la fame, si faceva sentire il terrificante suono delle sirene che spingeva nei rifugi poveri e ricchi insieme che attendevano pregando e sperando… si realizzava quello che cantiamo spesso con tanta e troppa superficialità nell’inno nazionale: “Fratelli d’Italia… stringiamoci a coorte…” (esortazione a restare compatti e uniti). La nostra bellissima e disgraziata Città (cit. Paolo Borsellino) si trova in questi giorni ad avere a che fare con questo passato. Una bomba è la protagonista dei nostri discorsi e forse anche delle nostre imprecazioni per l’evacuazione senza precedenti che ci “costringerà” a progettare spostamenti e cercare collocazioni provvisorie. La bomba ha scosso, senza esplodere, quelle che consideriamo le nostre sicurezze. Ci renderà pellegrini per un giorno verso un breve “Esodo”, alla ricerca della Terra Promessa. Ci ha reso mendicanti di un rifugio. Paradossalmente il potere nocivo di una bomba che porta la maledizione del sotterraneo ci sta portando a considerarci realmente comunità, fratelli, figli di una stessa Madre. Ci costringe a rispettare delle regole che per una volta non possiamo omettere. Non tocca a me dire se tutto questo rumore è troppo, se l’eccesso di prudenza è frutto del cancro di chi non vuole assumersi responsabilità prima del postumo gioco della ricerca di colpe. Vorrei solo fare una mia considerazione positiva. Credo, sia positivo fermarci a guardare la nostra Città, a desiderare di riappropriacene, a volerla rivivere e forse finalmente ad amarla e rispettarla; ad esaltarne la sua bellezza e la sua storia e a ricordarci che oggi siamo noi i costruttori del suo futuro. Noi che siamo così spesso divisi, così poco partecipi alla sua vita, alle scelte che si compiono su di Lei (scelte che nel passato l’hanno svenduta, umiliata e violentata), cosi borghesi nei pensieri, così bravi a guardare la vita scorrere dai davanzali, così poveri e meschini nelle azioni e nei pensieri. Così poco protagonisti, scegliendo di abitarla invece che viverla. Sì, forse questa bomba doveva ricordarci che siamo umani e che siamo protagonisti della nostra Città. Ci fa pensare a quello che potremmo perdere…se solo chiedessimo gli occhi e pensassimo al circostante…i nostri cuori, che rischiano di lasciarsi indurire, tornerebbero meno indifferenti e più “nobili”. Perché nobile è il cuore che vive di cultura. Cultura che vince l’ignoranza di chi si accontenta e l’arroganza di chi si crede migliore. È un caso che la famigerata bomba sia stata trovata in un luogo di aggregazione e di cultura come il cinema, eppure anche questa coincidenza è propizia. In genere di questi tempi, si vorrebbe minare e screditare chi propone una crescita culturale rispetto alla desolante omologazione e dominante bassezza. Nella nostra città il cinema rappresenta un baluardo che resiste, insieme al Teatro, dove perlomeno potersi incontrare e confrontarsi. Si, in queste settimane quanto ci è mancato! E come sarebbe ancora più povera la nostra realtà senza la sua presenza e le sue proposte. Sarà bello poter godere ancora e finalmente di questo luogo. Brindisi sarebbe certamente migliore se scommettesse sulla cultura e se finalmente vincesse la sfida di essere realmente comunità. Gli esempi luminosi, almeno all’apparenza, sono a pochi chilometri da noi… E come se in questa occasione Brindisi chiedesse ad ognuno di noi, forse con voce flebile e rassegnata… “Amami!, Parla bene di me, Osa tu che mi vuoi vivere, Non lasciarti spaventare dalle bombe dell’indifferenza e del perbenismo, Sii orgoglioso di vivere in una città bella e rendimi ancora più bella e fiera. Non perché sono la città più bella del mondo ma perché sono la tua città”.​ Questa “benedetta” bomba dunque ha fatto tanto…davvero tanto. Certamente più di tanti profeti di promesse e di sventure. Doveva spuntare lei per ridestare un torpore a cui rischiamo di abituarci. Oggi ci ha pensato la bomba. Domani iniziamo tutti noi a far esplodere ciò che di bello abbiamo e possiamo. Davide Gigliola

CONDIVIDI

4 COMMENTI

  1. Riflessioni di un animo nobile, dell’ultimo romantico! Spero che sia un monito anche per gli amministratori della nostra bella città!
    Adesso taccio per non ‘disinnescare’ l’atmosfera natalizia messa a punto dalle tue parole!

  2. Concordo pienamente…un’analisi perfetta di quello che noi brindisini siamo e un invito caloroso a cambiare e a migliorarci… GRAZIE

  3. Complimenti !!!!! Il tuo scritto traduce , con parole semplici ben articolate ed incisive , il pensiero di tutti noi brindisini( o quasi) GRAZIE

  4. Belle parole intense e profonde.Speriamo che possano davvero risvegliare dal torpore i cittadini di questa nostra bellissima ed unica città-

LASCIA UN COMMENTO