Il MattarellaBis? Solo scaramanzia – di Aldo Recchia

mattarella

Non è niente vero. Tutti gli opinionisti – nessuno escluso- non ne hanno azzeccata una. Sono andati completamente fuori strada, con la rispettiva tesi sulla scelta dei partiti in occasione dell’ultima elezione del presidente della Repubblica.

La vera ragione del MattarellaBis è tutta da ricercare solo e soltanto nella scaramanzia. Nient’altro. La dimostrazione? Presto detto: nessuno dei nuovi papabili all’incarico voleva essere il 13.mo presidente della Repubblica. Tutto qui.

Negli ultimi giorni hanno telefonato a Mattarella prima il presidente del Consiglio, Mario Draghi – meglio conosciuto come il “nonno al servizio delle istituzioni”, uno dei tanti candidati al Quirinale – e poi Silvio Berlusconi, che pure aspirava ardentemente allo stesso incarico, ma vi ha rinunciato all’ultimo momento. Qualcuno lo avrà senz’altro convinto che forse sarebbe stato più opportuno non calcare eccessivamente la mano sull’argomento. Tanto la“provvidenza” lo avrebbe comunque aiutato a raggiungere ugualmente i suoi obiettivi veri, finalizzati per lo più non solo all’ambizione in sé (peraltro legittima), ma anche al desiderio di mettere la parola “fine” a tutti i processi in corso a suo carico.

Ecco – a quanto è dato sapere – sarebbero stati proprio loro a convincere Mattarella ad accettare il “bis”, perché così sarebbe stato tutto più facile per chiunque. Per Draghi, senz’altro, tant’è che ha già incominciato a “studiare” da presidente della Repubblica, affiancando doverosamente Mattarella, il giorno della cerimonia per il suo nuovo insediamento al Quirinale. Ma sarebbe stato più opportuno anche per lo stesso Mattarella. Poi si capirà il perché.

Secondo i bene informati, però, il discorsetto più convincente sarebbe stato quello di Berlusconi. Sarebbe stato lui, infatti, a far desistere Mattarella dai suoi continui e decisi “no” al reincarico, per il rispetto dovuto alla nostra Costituzione e a fargli capire di essere l’unico – senza colpo ferire – in grado di togliere le castagne dal fuoco per tutti.

E veniamo al dunque.Il nuovo presidente della Repubblica – si diceva -sarebbe statoil 13.mo nella storia della Repubblica italiana. E tutti sanno che il 13, come pure il 17 – soprattutto se abbinati al venerdì – portano sfiga. Personalmente, lo scrivente non ci crede affatto. Nato il giorno 17, battezzato sempre nello stesso giorno di qualche mese successivo e, neanche a farlo apposta, con il rispettivo onomastico che cade sempre nel giorno 17, lo scrivente dovrebbe essere il più sfigato del mondo. Invece, non si ritiene affatto tale. Semmai ricorda che, quando andava a scuola, i migliori voti alle interrogazioni li prendeva proprio nei giorni 17, anche se coincidevano con il venerdì. Ecco, perché non ci crede affatto a questo tipo di scaramanzia. Naturalmente, nel dubbio, spesso si adegua alla vulgata comune. Giusto, però, per non forzare troppo la mano.

Ma da dove nasce questa credenza? Come al solito si tratta sempre di superstizione popolare. Pare che risalga addirittura alla mitologia scandinava: c’erano 12 semidei e poi arrivò il 13.mo, Loki. Ma questi era crudele con gli uomini. Ed è stato così che il 13, in quelle contrade, all’improvviso è diventato sinonimo di malaugurio. Senza contare, poi, che – al di là delle superstizioni popolari – persino in diversi testi sacri il 13 non sembra affatto essere particolarmente fortunato. Prova ne sia l’ultima cena di Gesù Cristo che, contando – come tutti sanno – 13 apostoli a tavola, non è finita in maniera allegra.

Ma, al di là di quella che possa essere la vera origine della superstizione popolare – a quanto è dato sapere, il timore nei confronti del numero 13(dal greco “triscaidecafobia”) prende sempre più piede nella vulgata comune, lasciando delle tracce ben documentate soprattutto a partire dal XVIII secolo.

Sulla base di queste convinzioni o credenze, alla fine, nessuno dei candidabili ha voluto saperne più di tanto. L’unico kamikaze (persona temeraria), senza se e senza ma, è stata la sen. Maria Elisabetta Alberti Casellati, presidente del Senato. Decisissima a sfidare la sorte, non solo per legittime ambizioni personali, ma anche perché allettata dall’idea di continuare imperterrita, per altri 7 anni almeno, ad usufruire legittimamente dei voli blu di Stato, sia pure – come è noto – in circostanze di natura strettamente privata, come quelle al seguito del figlio Alvise(affermato direttore d’orchestra) nei vari concerti per il mondo. Purtroppo per lei, però, il giorno delle votazioni, le è andata buca, anche e soprattutto per il contributo negativo di diversi suoi colleghi di Forza Italia, che la digeriscono poco o nient’affatto. Tutto questo, nonostante la stessa sia stata sempre una berlusconiana di ferro.

Al contrario, invece, sempre sul fronte delle donne “papabili”, Elisabetta Belloni si è tirata indietro da sola, all’ultimo momento, solo per pura scaramanzia. Sta benissimo dove sta, al vertice del Servizi segreti. Come dire, quindi, che non c’entrano niente Luigi Di Maio o Enrico Letta.

Ecco perchéèsolo questione di scaramanzia. Tant’è che quando finalmente Mattarella ha desistito dallavolontà – più volte espressa a chiare lettere – di non voler accettare un secondo eventuale mandato, tutti – deputati, senatori e kingmakers(artefici di nomine) – hanno finalmente tirato un grosso sospiro di sollievo. Un sollievo che, poi,il Parlamento ha espresso in maniera esplicita, il giorno dell’insediamentodi Mattarella.

Non si erano mai contati nella storia della Repubblica 55 prolungati applausi al Presidente, oltre a quello finale. Nonostante i riferimenti di Mattarella alla dignità, la gioia corale si toccava con mano.Nella stessa occasionesi è palesato un chiaro clima di distensione sul fronte dei tanti problemi ancora sul tappeto. Con gli occhi, però, fissi soprattutto su quello del vitalizio, per coloro che non l’hanno maturato ancora e che non lo avrebbero più maturato, in presenza di un’interruzione brusca – come si temeva – della legislatura.

Ci si chiederà, ovviamente, come mai Mattarella non ha alcun timore di essere il 13.mo presidente della Repubblica? In effetti, per lui la questione non esiste. Con la rielezione nell’incarico, Mattarella rimane comunque fisicamente il 12.mo presidente della Repubblica. Il nuovo incarico, peraltro, è il 14.mo che si registra dal 1948 ad oggi, visto il bis fatto registrare in precedenza anche da Giorgio Napolitano. Nella fattispecie, pertanto, il “13” non esiste proprio.

Tutto bene, quindi, quel che finisce bene. E tutti felici per la soluzione trovata. Persino la cagnetta Briciola è stata felicissima di rivedere Mattarella di nuovo al Colle. Elegantissima e impeccabile con la sua alta uniforme- donatale dal 4°Reggimento a cavallo dell’Arma dei Carabinieri – Briciola non ha esitato un istante per andare a riverire con un inchino Mattarella, dandogli il “ben ritornato”, proprio durante la cerimonia del nuovo insediamento, con tutti i consueti onori militari nel cortile del Quirinale.Ovviamente ha rubato la scena a tutti. Ma per Briciola è un lusso che si può permettere, come mascotte(portafortuna) dell’Arma.

Certo, a questo punto, non si può fare a meno di evidenziare – obtorto collo, purtroppo – la disfatta delle forze politiche in campo e la loro incapacità a fare delle scelte, nei momenti più delicati dello Stato italiano.

Nello stesso tempo, però, una nota positiva va comunque evidenziata. In quest’ultima tornata si è insistito molto sul tema delle donne. E tutto sembrava evolvere al meglio con Elisabetta Belloni alla Presidenza della Repubblica. È evidente, comunque, che ormai matura sempre più l’idea di una donna al Quirinale. Quindi la sen. Casellati può sempre sperare.

Intanto, va ricordato altresì che, il giorno dell’insediamento di Mattarella, una donna si è anche vista: era tra la “scorta” a piedi, mentre il presidente si dirigeva verso il Colle sulla macchina quirinalizia, con accanto Draghi. Alla fin fine una donna nella scorta è pur sempre una soddisfazione sul fronte della parità dei diritti e dei doveri.

Una nota carina è quella della regina Elisabetta di Inghilterra, che si è congratulata con Mattarella per la rielezione. <Hai fatto bene ad accettare – ha detto, tra l’altro, per telefono – anche perché tu sei ancora giovane>. E, detto da lei, c’è da crederle, visto che proprio in questi giorni sono iniziati i festeggiamenti per il 70.mo anniversario di regnante.

Per Mattarella, pertanto, ora c’è solo da aspettare e, soprattutto, sperare che la classe politica rinsavisca un po’, dimostrando al più presto di essere all’altezza del compito affidatole. Altrimenti, anche per lui… “campa cavallo”!

A meno che non sia vera la notizia che, in fondo in fondo, alla base della scelta ci sia stata tutta una strategia,finalizzata a raggiungere l’obiettivo, senza colpo ferire. Ivi compresala messinscena degli scatoloni e del trasloco. Ragion per cui, sono in molti a sostenere che Draghisia ancora incazzato nero. Comunque, fortemente indispettito e deluso.

CONDIVIDI

LASCIA UN COMMENTO