“I reparti chiudono, ma i positivi aumentano” – dr.ssa Emanuela Giannuzzo

Quello che sto osservando, in questi giorni, da semplice cittadino, per le strade della nostra città, è che si sta decisamente abbassando la guardia.

 Del resto le notizie della chiusura dei reparti e dell’apertura di tutte le attività non aiutano ad avere un quadro completo della situazione. Si ha la sensazione che sia tutto finito, si riprendono a frequentare gli amici, non uno per volta, ma tutti insieme, nei locali, senza mascherine e senza rispettare il distanziamento e le norme di sicurezza igieniche. Si cammina, senza mascherina o con la mascherina sul mento, ce la si toglie per parlare con qualcuno ( e questi sono solo pochi atteggiamenti che ho visto in questi giorni).

La realtà però è diversa. Noi medici di Medicina Generale, abbiamo intere famiglie in quarantena perché, per caso, hanno deciso di fare il test sierologico e risultato positivo, è stato confermato dal tampone. Altre perché per il rientro a lavoro oppure nelle comunità, è stato fatto un tampone, che è risultato positivo. Tutto ciò in un solo componente della famiglia, famiglia di 3, 4 o 5 persone (che non faranno il tampone, ma che molto probabilmente sono positive). Soggetti che, in pochi giorni di apertura e di rientro alla normalità, hanno rivisto parenti ed amici. Adesso stanno bene e non hanno bisogno di ricovero, sono seguite a casa dal proprio medico e dalle USCA, ma sono tutti pazienti che possono aggravarsi da un giorno all’altro. Stiamo osservando aumenti significativi della malattia di kawasaki, o kawasakilike( cioè, una patologia molto simile, che si sta ancora studiando) nei bambini e molti arrivano al ricovero. Quello che tutti sappiamo è che la provincia di Brindisi continua ad avere un numero alto di casi ufficiali ( e i non ufficiali sono ancora di più) a differenza di altre province pugliesi ed italiane. Sappiamo anche che in Puglia si eseguono un numero minore di tamponi in rapporto alla popolazione generale, rispetto ad altre regioni.

Ora, considerata la grande fortuna che abbiamo avuto, in più occasioni, a non essere colti in maniera drammatica come in altri luoghi, dall’emergenza, sarebbe veramente da irresponsabili non considerare tutto ciò. Gli effetti di quello che stiamo facendo oggi, si vedranno tra 15 o 20 giorni. Possiamo solo immaginare, quante persone possano essere infettate da un asintomatico in 15 giorni.

Non costa troppa fatica, indossare sempre la mascherina, vedere uno o due amici o parenti per volta, magari all’aperto, evitando di fare confusione nei locali , nei negozi, negli uffici pubblici, negli studi medici.  Purtroppo fino a che non ci sarà un valido vaccino e la maggior parte di noi sarà vaccinata, le regole da seguire saranno sempre queste e non c’è bisogno che diventino nuovamente un obbligo, ma dovrebbe bastare il buon senso e se il buon senso non basta, ci deve essere la consapevolezza della reale possibilità che la “seconda” ondata sia peggiore della prima, in termini di conseguenza sulla salute e sulla economia. Pensiamoci e siamo responsabili.

Dott.ssa Emanuela Giannuzzo

Laureata in medicina e chirurgia

Specializzata in Medicina estetica e Nutrizione Clinica

Medico abilitato alla Professione di Medico di Medicina Generale

Medico abilitato alla urgenza ed Emergenza territoriale

MEDICO DI FAMIGLIA CONVENZIONATO CON SSN

 

CONDIVIDI

LASCIA UN COMMENTO