Furto di energia: da inizio anno, 29 persone arrestate per aver sottratto 700.000 kwh per oltre 350.000€

Nonostante sia diffuso, il furto di energia elettrica non è un’autonoma fattispecie, cioè non è presente un articolo del codice penale che provvede a descriverne la condotta. Rientra tra i casi di furto aggravato e ad esso si salda una delle aggravanti del furto, quella di aver usato per compierlo un mezzo fraudolento. Tra le varie tipologie di furto di corrente elettrica, due sono quelle maggiormente ricorrenti: la prima è l’allaccio abusivo all’impianto altrui che può essere quello del vicino di casa o del condominio, la seconda è l’allaccio alla rete pubblica sottraendo l’energia direttamente alla società di erogazione. Ovviamente non si esauriscono qui le tipologie di furto di energia. Vi sono altri espedienti finalizzati ad impedire la registrazione dei consumi, artifizi che vengono rilevati dai tecnici della società di erogazione i quali verificano con appropriata strumentazione se il contatore è stato manomesso con l’inserimento di magneti, o se i sigilli non sono più integri.

Questa particolare tipologia di furto (come scrive la 4^ Sezione Penale della Corte d’Appello di Palermo in una sentenza del 2011: “… rientra tra i delitti a consumazione prolungata, o a condotta frazionata, perché l’evento continua a prodursi nel tempo sebbene con soluzione di continuità, sicché le plurime captazioni di energia che si susseguono nel tempo costituiscono singoli atti di un’unica azione furtiva”. E’ uno dei reati maggiormente commessi in Italia e viene registrato con frequenza maggiore nelle aree economicamente più povere. 29 sono state le persone arrestate dall’inizio dell’anno dai Reparti dipendenti dal Comando Provinciale Carabinieri di Brindisi, per furto di energia elettrica. Da un calcolo approssimativo, (in pratica risulta difficile stabilire da quanto tempo è stata attivata l’illecita captazione), risultano sottratte oltre 700.000 KWh per un controvalore economico di circa 350.000,00 €. La casistica riscontrata nell’ambito dei controlli effettuati, anche con l’ausilio di personale tecnico della società di erogazione, che si occupa nello specifico anche di mettere in sicurezza l’impianto dopo aver reciso l’allaccio abusivo, è alquanto varia. Ad esempio si è accertato nel corso di una perquisizione domiciliare che, sebbene il contatore risultasse completamente staccato per morosità, gli elettrodomestici funzionassero perfettamente in virtù dell’allaccio abusivo effettuato dal proprietario, all’impianto elettrico del garage del vicino di casa. Ovviamente il furto di energia più comune è quello eseguito mediante l’allaccio diretto al cavo principale della rete di pubblica distribuzione. Il collegamento abusivo riscontrato viene realizzato allacciando al cavo dell’alta tensione due morsetti a molla in ferro applicati ad un cavo elettrico di lunghezza variabile, quanto basta per collegarlo all’impianto dell’abitazione. Non di rado è stato riscontrato il furto di energia elettrica captata per alimentare attività illegali, come alimentare la ventilazione, l’illuminazione e il riscaldamento di una serra, ricreata negli androni di un fabbricato rurale al cui interno era stata strutturata una florida piantagione di marijuana. Non sono mancati neanche i riscontri riguardo al furto di notevoli quantità di energia, infatti, si è accertato che un’intera azienda agricola ha operato in un congruo lasso temporale utilizzando l’energia captata dalla rete pubblica, che è servita per alimentare le pompe sommerse dei pozzi per emungere l’acqua per l’irrigazione, nonché per tutte le altre attività aziendali. Due i casi più eclatanti recentemente individuati: un‘azienda agricola di San Pancrazio Salentino dove i titolari non risultavano avere un contratto di erogazione da oltre 5 anni pur alimentando elettricamente tutte le attività aziendali con un allaccio abusivo alla rete pubblica, determinando un corrispettivo economico non pagato quantificato approssimativamente in oltre 60.000€. Analogo corrispettivo è stato quantificato in un’azienda artigianale di Latiano, dove l’illecita captazione perdurava da più di 5 anni. Anche i proprietari di un rinomato ristorante si erano allacciati alla rete pubblica, come anche un paninaro ambulante con il suo camion attrezzato che ogni sera si agganciava al solito traliccio dell’elettricità sul quale aveva provveduto a creare una derivazione.

LASCIA UN COMMENTO