BRINDISI – Torna sulla cresta dell’onda la problematica relativa alla costruzione della palazzina alle spalle della Fontana Tancredi di Brindisi. Esattamente un mese (era il 25 ottobre scorso, ndr), ci eravamo lasciati con un nulla di fatto tra le parti in questione, vale a dire associazioni e Comune. A distanza di 29 giorni, le associazioni Italia Nostra, Legambiente, Fondazione Tonino Di Giulio, A.C.L.I. Città di Brindisi, Touring Club Italiano – Club territoriale di Brindisi, Amici dei Musei, Club per Unesco Brindisi hanno scritto una lettera aperta al sindaco Angela Carluccio. Ecco il testo:
“Signor Sindaco, le scriventi Associazioni Le comunicano quanto segue: siamo prossimi, ormai, alla decisione della Provincia di Brindisi sull’annullamento del permesso a costruire rilasciato nel 2010 su terreni posti in contiguità con il manufatto storico denominato “Fontana Tancredi” ed intanto, anche l’Istituto Diocesano per il Sostentamento del Clero di Brindisi (IDSC), nelle sue deduzioni alla procedura, ha dichiarato quanto da noi sempre sostenuto ovvero che le particelle di terreno, interessate dal permesso a costruire sotto esame, sono ancora oggi di sua proprietà, concesse in enfiteusi agli ascendenti degli eredi Longo, ma mai affrancate e, per di più, non usucapibili in proprietà da terzi perché cedute in enfiteusi perenne. Questa condizione di diritto (enfiteusi), in cui versa ancora il lotto di terreno ove l’impresa Edilmec sta costruendo il suo edificio, era altresì evincibile in una nota del 2014 (richiesta di aggiornamento catastale all’attualità), presentata a firma del Sig. Oronzo Longo ed acquisita dalle associazioni con una semplice visura dei pubblici registri immobiliari presso gli uffici dell’Agenzia dell’Entrate, e che oggi, dopo averla depositata agli atti del procedimento aperto presso la Provincia, nonché presso la Procura della Repubblica, decidiamo di rendere pubblica. Alla luce di tanto, dunque, tutti gli atti rogati dal Notaio Dott. Michele Errico sono nulli, perché viziati iuris et de iure fin dalla loro origine, in quanto gli Eredi Sig.ri Longo, al momento della prima stipula di vendita, erano enfiteuti (per successione mortis causa) e non avevano titolo per trasferire la piena proprietà al loro avente causa Sig. Labate. E, inoltre, che nelle dichiarazioni formalmente rese dall’Istituto Diocesano nelle proprie deduzioni, si specifica che nessuna affrancazione è mai avvenuta e che trattandosi di l’enfiteusi concessa in perpetuo ai concedenti, il Sig. Labate addirittura mai potrà affermare di aver usucapito la piena proprietà su quei terreni. La documentazione sopra specificata avvalora, dunque, i rilievi di illegittimità del permesso a costruire, poiché rilasciato a soggetto privo di qualsiasi titolarità. Alla luce di tanto, le scriventi associazioni sono convinte che l’Amministrazione Provinciale, aggiunti questi ultimi importanti elementi alla procedura avviata, nonché per le violazioni alla norma urbanistica rilevate in istruttoria, eserciterà i poteri sostitutivi concessi dalla Legge regionale ed annullerà il permesso a costruire rilasciato nel 2010, ordinando il ripristino dello stato dei luoghi a carico di chi sta realizzando il manufatto, in solido col proprietario del terreno. Pur tuttavia ritengono che, per impedire che danni e reati eventualmente in corso vengano portati a conseguenze ulteriori, debba essere il Signor Sindaco di Brindisi, nei confronti del quale la presente è da intendersi in termini di invito e diffida, a rivedere il lacunoso ed immotivato parere espresso dal dirigente del Settore Urbanistica ed Assetto del Territorio nella predetta procedura provinciale, disponendo l’annullamento in autotutela di quel permesso a costruire”.