BRINDISI – In mattinata i Consiglieri Comunali del Movimento 5 Stelle Stefano Alparone ed Elena Giglio, gruppo consiliare M5S, hanno provveduto a depositare una Mozione avente ad oggetto: Annullamento della Delibera 87/2016 del 30 settembre (attraverso l’esercizio di autotutela così come sancito dal Consiglio di Stato, sez. I, parere 16 aprile 2014 – 19 gennaio 2015, n. 93) per assenza di motivazioni; così come previsto dalla Legge 241/90 Art. 3 (Motivazione del provvedimento) al comma 1.
La Delibera in questione dispone la costituzione di parte civile del Comune di Brindisi nel procedimento penale rubricato sub. n. 1105/14 R.G.N.R. – n. 3228/14 N.R.G.I.P., pendente dinanzi al Tribunale di Brindisi, la cui udienza preliminare è stata fissata per il giorno 22 Novembre 2016 e che, sempre la Delibera, nel suo dispositivo, prevede di AFFIDARE la difesa dell’ente, ai fini di cui sopra, all’avv. Franco FANUZZI del Foro di Brindisi, conferendo allo stesso ogni e più ampio mandato difensivo; il tutto integrato da una relazione del Settore Affari Legali.
Nella Mozione i pentastellati sottolineano come la relazione del settore affari legali, appaia carente e non conforme alla norma, ovvero alla Legge 241/90 Art. 3 (Motivazione del provvedimento) al comma 1, che recita: “Ogni provvedimento amministrativo, compresi quelli concernenti l’organizzazione amministrativa, lo svolgimento dei pubblici concorsi ed il personale, deve essere motivato, salvo che nelle ipotesi previste dal comma 2. La motivazione deve indicare i presupposti di fatto e le ragioni giuridiche che hanno determinato la decisione dell’amministrazione, in relazione alle risultanze dell’istruttoria”.
Proseguono i Consiglieri evidenziando come la normativa obblighi il responsabile del settore legale a relazionare motivando la necessità di rivolgersi a professionista esterno significandone la scelta del nome ed il prevedibile onorario. Infine, sempre nella Mozione, viene specificato che questo deficit motivazionale possa inficiare la stessa costituzione come parte civile nell’ambito del procedimento penale citato in precedenza.
Per questo, chiedono al Consiglio di deliberare per l’annullamento con l’esercizio di autotutela (così come sancito dal Consiglio di Stato, sez. I, parere 16 aprile 2014 – 19 gennaio 2015, n. 93) della Delibera n. 87/2016 del 30 settembre e di provvedere alla stesura di una nuova Delibera sulla scorta di una nuova Relazione da parte del Settore Affari Legali, nella quale siano ben specificate le motivazioni così come previsto dalla legge.
“Siamo molto preoccupati, concludono Alparone e Giglio, per questa serie di errori che stanno emergendo dallo studio delle delibere e dei dispositivi (come quello sul mancato rispetto sulla quota di genere fissato al 40% in Giunta e non rispettato da questa amministrazione). Ci chiediamo a cosa serva aver nominato un garante sulla legalità e la trasparenza, se non si riesce neanche a svolgere l’ordinaria amministrazione nel rispetto delle norme. Come verranno gestite le emergenze croniche, come per esempio quella della Multiservizi?”
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