Confronto tra i candidati in un clima acceso. Convergenza su tanti temi, ma non sono mancati i colpi bassi…

BRINDISI – Tante convergenze, poche divergenze: è questo quello che è emerso dall’incontro organizzato dal Nuovo Quotidiano di Puglia nella sala dell’Autorità portuale, che ha visto i 5 candidati Sindaco confrontarsi sui temi e scontrarsi sul piano personale. Già, perché le grosse incompatibilità sono emerse quasi esclusivamente quando il piano argomentativo è passato dalle questioni cittadine a quelle individuali.

E’ stato Ciullo ad aprire le danze in tal senso, attaccando la coalizione di Cavalera e Giovanni Antonino in particolare, che come sottolineato dal candidato di destra, sarebbe stato descritto dalla Corte dei Conti come uno dei peggiori amministratori della storia della città di Brindisi. Ciullo ha proseguito affondando i colpi contro Luperti, ricordando come quest’ultimo sia stato costretto a ritirarsi dalla competizione a causa delle indagini che lo interessano, in assenza delle quali avrebbe partecipato alla prossima campagna elettorale, come testimoniano i volantini già diffusi dall’ex assessore all’Urbanistica. Al termine di questi attacchi, Ciullo ha ribadito che mai stringerà accordi con Cavalera, perché la coalizione di quest’ultimo contiene al suo interno tutti gli amministratori che hanno affossato la città negli ultimi lustri. Posizione condivisa anche dal candidato del centrosinistra Riccardo Rossi e da Gianluca Serra del M5S.

Roberto Cavalera, di rimando, ha spiegato che per lui non esistono codici etici ma solo la legge, ed assicurando che le proprie liste sono pulite, ha lanciato una provocazione a Ciullo, chiedendogli se anche lui potesse fregiarsi dell’assenza di indagati nelle sue liste. Alché, Ciullo ha precisato che non possono essere presi in considerazione tutti i capi d’imputazione, ma solo quelli legati a reati contro la pubblica amministrazione, consigliando a Cavalera di restare cauto nelle sue affermazioni in quanto le indagini in corso potrebbero riservare ancora sorprese.

Rossi e Serra, invece, più che disquisire sui contorni giudiziali hanno spostato l’attenzione sul giudizio politico verso gli amministratori del passato, così elencando quello che hanno prodotto – in negativo – per la città.

La querelle è proseguita con Rossi che ha chiesto a Cavalera di prendere posizione sulla nomina degli scrutatori, che tutti vorrebbero avvenisse tramite sorteggio e sulla quale decideranno tre componenti della commissione comunale, tutti candidati con Cavalera. L’avvocato a capo dei moderati ha spiegato di essere d’accordo con il sorteggio ma al contempo ha lasciato le “mani libere” ai “suoi” uomini.

A chiudere il giro di attacchi a Cavalera è stato sempre Ciullo, che ha ricordato come il primo risulti ancora l’avvocato difensore di un dirigente comunale.

Le schermaglie hanno infine visto protagonisti Ferruccio di Noi, che ha ammonito Serra sul fatto che in politica è necessaria l’esperienza, altrimenti si rischia di essere manovrati dai dirigenti e dai portatori di interessi, e lo stesso Serra, che ha punzecchiato Rossi sulla sua alleanza con il Pd, lo stesso Pd del presidente della Regione Emiliano, che secondo il candidato grillino non lavora come dovrebbe per il bene di Brindisi.

Passando alla trattazione dei temi, infatti, Serra si è chiesto come sia stato possibile che solo i progetti in ambito culturale presentati da Brindisi, come quello della Fondazione Nuovo Teatro Verdi, non siano stati finanziati dalla Regione.

Ha rincarato la dose Cavalera, che ha parlato di “preciso disegno” della Regione per affossare Brindisi su cultura ed infrastrutture.

Anche Rossi, in verità, ha chiesto maggiore attenzione dalla Regione, soprattutto parlando dell’Università, la cui sede distaccata di Brindisi è l’unica a non ricevere il sostegno economico dell’ente.

In merito alla mobilità sostenibile, Cavalera si è detto favorevole all’apertura al traffico dei Corsi, mentre propenderebbe per la chiusura del Centro storico, ovvero dell’area attorno a S. Pietro degli Schiavoni. Anche Serra si è professato favorevole a questa soluzione, ma ha evidenziato la necessità che venga individuato preliminarmente un altro grande parcheggio, così come necessaria – a suo dire – sarebbe la realizzazione della circolare del mare e l’eliminazione delle strozzature come quella del sottopasso di Materdomini, che impedisce il passaggio dei bus moderni.

Necessità condivise anche da Rossi, convinto che si debba rispettare la legge e provvedere quindi alla nomina di un mobility manager. L’ingegnere si è detto poi intenzionato ad informatizzare i servizi legati ai trasporti pubblici, mediante l’introduzione di pannelli intelligenti, gps ed app. Rossi, inoltre, vedrebbe di buon occhio la realizzazione di un parcheggio di fronte a quello di Piazzale Spalato, progetto che in verità è già stato inserito dall’Amminsitrazione comunale nel Piano triennale delle opere pubbliche.

Ed a proposito di parcheggi, Ciullo ha lanciato l’idea di utilizzare gli ex uffici finanziari per realizzare un parcheggio multipiano, coinvolgendo soggetti privati.

Immancabile, poi, la discussione sulla centrale Enel. Tutti d’accordo sulla sua riconversione economica e sulla necessità di partecipare al tavolo delle trattative che si aprirà tra l’azienda ed il Governo. Anche su questo tema Ciullo ha lanciato una provocazione, ovvero rimboschire i 700 ettari attorno alla centrale. Molto critico con il Presidente di Confindustria Pino Marinò è stato invece Serra, che si è detto contrariato per le affermazioni del numero 1 degli industriali locali in merito alla opportunità di proseguire con il modello di sviluppo imperniato sull’industria ed in merito al differimento della data del 2025 fissata dalla Sen per la decarbonizzazione. Cavalera, infine, ha ricordato come in Europa vi siano 290 centrali elettriche a combustione fossile, e l’Italia ne ha solo 5: per tale ragione, secondo Cavalera il rischio è che la centrale non venga dismessa entro il 2025.

Sul turismo, Cavalera ha rimarcato l’importanza storica di Brindisi, che disporrebbe del 40% dei beni monumentali dell’intera regione, ed ha annunciato che si lavorerà per creare un brand “Brindisi”. Ciullo ha polemizzato con la mancanza di lungimiranza del passato, quando non si è provveduto ad allargare il canale Pigonati così da permettere in ogni occasione l’ingresso delle grandi navi nel porto interno. Lo stesso ha poi parlato delle opportunità rivenienti dal Distretto urbano del commercio ed ha proposto la perimetrazione di un’area del Centro da defiscalizzare così da agevolare la rifioritura delle attività nel Centro, divenuto a suo dire la nuova periferia.

Secondo Rossi, imprescindibile è la formazione, e per questo bisognerebbe accogliere corsi universitari sul marketing, sul turismo, sui beni monumentali. Anche l’ingegnere ha poi parlato della necessità di allargare il canale Pigonati, così come fondamentale sarà lo sviluppo della costa, che non può essere rappresentata in positivo dalla sola Torre Guaceto.

Serra, invece, ha spostato il mirino sui tesori della città, proponendo un consorzio tra i tre musei presenti, aprendo all’investimento dei privati per il Castello Alfonsino e soprattutto mostrando la ferrea volontà di trasferire la sede della Marina Militare fuori dal porto interno, così da liberare il Castello Svevo e renderlo finalmente fruibile per scopi turistici. Secondo Serra, infatti, la Marina non vedrebbe l’ora di abbandonare quella sede in quanto le nuove navi saranno molto più grandi di quelle attuali e necessiteranno quindi di spazi più ampi rispetto a quelli garantiti dall’attuale sede.

Sul Pug, Cavalera ha ricordato a Ciullo ed a Serra che il Comune ha un contenzioso con il vecchio progettista Giorgio Goggi, sul quale pende una richiesta di risarcimento danni dell’Ente per circa 5 mln di euro, e pertanto un suo ritorno creerebbe i presupposti per un intervento della Magistratura. Ciullo ha sottolineato come i rilievi su Goggi non siano mai stati mossi sul merito del suo progetto, ed ha ribadito che bisognerà ripartire dal lavoro del professore, che potrà essere concluso entro un anno. Di Noi ha replicato che, parlare di un anno di tempo per licenziare il Pug, significa prendere in giro i cittadini. Rossi ha invece ammonito tutti sul fatto che non ci saranno margini di manovra per nuove zone di espansione. Serra, infine, ha assicurato associazioni ed ordini professionali sul fatto che saranno coinvolti nella redazione del Pug attraverso una piattaforma europea.

In ultimo, rispetto alle periferie ed allo sviluppo urbanistico, Serra vorrebbe sfruttare le ex sedi circoscrizionali, dislocando in ogni quartiere il personale dei servizi sociali adesso raggruppato in un solo edificio, e vorrebbe concedere in comodato d’uso locali e strutture ad associazioni sportive e culturali. Anche Di Noi è dell’avviso che si debbano aprire centri di aggregazione sociale e di ascolto nelle periferie. Rossi ha invece posto come ineludibile condizione quella dell’aggiornamento del documento di rigenerazione urbana. Secondo Ciullo, poi, andrebbero dislocati in periferia alcuni uffici e sarebbero necessari in ogni quartiere presidi della Polizia Locale. Cavalera, infine, ha affermato che per lo sviluppo del Centro dovranno essere preliminarmente cambiate le norme tecniche di attuazione, mentre nessuna nuova zona di espansione dovrà essere prevista nel nuovo Pug.

Andrea Pezzuto

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