Fuggi-fuggi generale da Palazzo di città. La ‘stalla’ di Piazza Matteotti si è aperta ed inizia la fuga dei buoi. Lo diciamo – per carità – con tutto il rispetto per gli interessati: è solo una metafora… Ma adesso è davvero troppo: in questi mesi abbiamo assistito quasi inermi a tutta una serie di fibrillazioni interne alla stessa maggioranza; chi per la ricerca di un posto al sole, chi per avere maggiore visibilità, chi per ambizioni personali e chi – ma sono solo voci – per un posto di lavoro per la moglie o per un congiunto. Qualcuno è stato accontentato (pur avendo sempre sostenuto che il suo passaggio in maggioranza non prevedeva alcuna contropartita, ndr) e ci riferiamo a Damiano Flores dei Democratici e Socialisti che ha ottenuto il posto di vice sindaco per un suo amico, quel Luigi Guadalupi che ora è anche assessore ai Servizi Sociali, oltre ad un altro posto in Giunta per Elena Marzolla che ha sostituito la dimissionaria Maria Greco. Anche Umberto Ribezzi era già stato ‘esaudito’ con la nomina a presidente della Multiservizi del suo ormai ex amico Vito Camassa, così come Maurizio Colella con l’assegnazione delle Farmacie comunali a Teresa Bataccia




Ma nulla è cambiato da allora. Anzi, ad alzare la posta sono stati sempre i Democratici e Socialisti: ci hanno pensato i due consiglieri Luigi Sergi e di nuovo Ribezzi che, per giorni interi, ci hanno tenuto col fiato sospeso (si fa per dire..), con le loro minacce di rendersi indipendenti. Sergi perchè aveva chiesto (e mai ottenuto) al sindaco Carluccio il ripristino dell’assessorato alle Politiche Abitative e Ribezzi perchè ormai è in rotta definitiva con il collega di movimento Luciano Loiacono. Nei giorni scorsi, poi, la crisi sembrava rientrata, ma è durata poco perchè – dopo una serie di incontri interni al gruppo – Ribezzi ha mantenuto la barra dritta e si è dichiarato indipendente, sia pure a sostegno del sindaco. La situazione di Sergi, invece, è andata precipitando, perchè è sì rimasto nel suo gruppo di appartenenza, ma proprio oggi ha deciso di rimettere al sindaco la delega speciale alle Politiche abitative: “Non potendo evitare, in  assenza di una franca discussione, nè sopportare l’adozione di ulteriori atti amministrativi non rispondenti alle reali esigenze della popolazione interessata, con la presente – scrive in una lettera indirizzata ad Angela Carluccio –  Le rimetto la delega assegnatami per non essere ritenuto corresponsabile di atti amministrativi errati nella forma e nella sostanza”.

Una lettera dai contenuti molto forti e non c’è neppure bisogno di leggere fra le righe.

All’inizio parlavamo di ‘fughe’ e non a caso, atteso che anche il dottor Salvatore Brigante, nei giorni scorsi, aveva rimesso la sua delega assessorile ai Lavori Pubblici nelle mani del solito Damiano Flores (che pare avere in pugno, ormai, tutto Palazzo di Città). E lo aveva fatto anche in maniera piuttosto ‘rumorosa’, con contestazioni pesanti nei confronti dei componenti dei Democratici e Socialisti. Le dimissioni sono state rigettate, ma Brigante rimane ancora sulla sua posizione. E da professionista quale è, dubitiamo possa fare un passo indietro. 

Discorso a parte meritano i componenti del gruppo di Direzione Italia che – fanno ormai fatica persino a nasconderlo – sono decisamente insoddisfatti di come, a dieci mesi dal suo avvio, procede l’Amministrazione Carluccio. Ma i fittiani parlano tra loro, dicono e non dicono, lanciano frecciatine ai giornalisti, ma nessuno ha ancora avuto gli attributi di ribellarsi. E chi lo ha fatto, l’ha fatta in maniera piuttosto debole e senza lasciare segno. 

Ricapitolando: tutti sembrerebbero essere scontenti ed insoddisfatti, più di qualcuno decide di rimettere le deleghe, ma nessuno vuole andarsene a casa. Questo è fin troppo chiaro. La coerenza vuole che alle parole si facciano seguire i fatti. Basterebbe essere chiari: dentro o fuori. Ad oggi, l’unica veramente chiara, coerente e determinata è stata l’ex assessore allo Sport ed alla Pubblica Istruzione Maria Greco. Lei ci ha provato, ce l’ha messa tutta e – fin quando le è stato concesso – ha operato bene. Quando, però, si è resa conto che lottava contro i mulini a vento, piuttosto che rimetterci la faccia e la reputazione, ha preferito mollare tutto e tornare alla sua vita. Perchè la Greco un lavoro ce l’ha e non ha bisogno della politica per campare. Ma bisogna avercela una faccia ed una reputazione… e donne come la Greco non le inventano tutti i giorni. Facciamocene una ragione. 

 

Pamela Spinelli
Direttore responsabile

2 COMMENTI

  1. Penso che un lavoro piu o meno ce l’abbiano tutti. La verità è che sono incoerenti e senza palle. È proprio vero: una volta seduti su quella sedia neanche a calci nel sedere la mollano. Poveri noi, ci porteranno all’ennesimo commissariamento.

  2. Analisi illuminante quanto obiettiva, che ribadisce, ove ce ne fosse ancora bisogno, che questa tipologia di politici locali non è all’altezza dei compiti assegnati. Nell’assistere, impotenti, ai continui, degradanti siparietti penosamente offerti dai nostri amministratori, non si può che essere presi da un profondo senso di nausea. Intanto la nave rischia davvero il naufragio…