Buongiorno a tutti,
rivolgo un caro saluto alle Autorità Militari, Civili e Religiose, ai rappresentanti delle Associazioni dei combattenti e reduci, delle Associazioni d’Arma e a tutti i cittadini e le cittadine qui presenti.
Oggi ci ritroviamo come ogni 4 Novembre per ricordare i nostri caduti in guerra e per la giornata dedicata alle nostre Forze Armate e all’Unità della Nazione.
Oggi è un 4 Novembre particolare ricorrendo il centenario della firma dell’armistizio di Villa Giusti con il quale l’Italia vittoriosa sull’impero Austro-Ungarico sancì la sua Unità Nazionale concludendo un percorso lungo che affonda le radici nel Risorgimento Italiano.
Rendiamo omaggio a tutti quegli italiani, donne ed uomini, che hanno sacrificato la propria vita per il nostro paese, per la Libertà, per costruire un futuro di pace, senza più guerre.
Si, senza più guerre, perché tutti ne conosciamo l’orrore e la crudeltà. Abbiamo tutti il dovere di ricordare i nostri caduti a partire dai giovanissimi ragazzi del 99 che a soli 17 anni si arruolarono per difendere la Patria, così come abbiamo tutti il dovere di impegnarci perché tutto ciò non debba più accadere.
Il nostro paese riconosce l’orrore della guerra e lo sancisce nella nostra Costituzione dove all’articolo 11 recita che “L’Italia ripudia la guerra come strumento di offesa alla libertà degli altri popoli e come mezzo di risoluzione delle controversie internazionali”.
È nella conoscenza della storia, in una memoria condivisa , che si può costruire un presente ed un futuro di pace. In questi ultimi 70 anni è stata l’Europa, la sua costruzione, il bisogno di unire i popoli lo strumento che ha garantito la pace. Difendere oggi l’Europa dal vento nei nazionalismi è il miglior modo che abbiamo per onorare i nostri ragazzi del 99, per ricordare il sacrificio dei caduti di tutte le guerre.
Certo occorre anche cambiare questa Europa, riportarla all’idea e alla visione di Altiero Spinelli che nel confino di Ventotene, vedeva nell’Europa unita, nella fratellanza tra i popoli l’unico antidoto alle contese tra stati e le inevitabili guerre.
Su questa strada dobbiamo riportare l’Europa, sottrarla al dominio della finanza e dei mercati, un’Europa che sappia porre al centro le persone dando risposte al crescente disagio sociale prodotto dagli anni della crisi e che sappia governare con equità e solidarietà l’epocale fenomeno delle migrazioni.
Oggi invece l’Europa è scossa dai nazionalismi, da un pericoloso vento di egoismo con il quale corriamo il rischio di tornare indietro, distruggendo l’Europa anziché cambiarla, tornando agli Stati nazionali che si fronteggiano anziché collaborare per costruire soluzioni condivise. Tutto ciò è estremamente pericoloso, non costruisce pace ma semina divisioni.
In questa giornata dedicata alle nostre Forze Armate è doveroso esprimere gratitudine per il grande sforzo e la grande passione e generosità che tutte e tutti i militari pongono ogni giorno, fornendo aiuti alle popolazioni terremotate, soccorrendo le vittime di catastrofi naturali, sempre presenti per assicurare soccorso e sicurezza come a Genova nel crollo del ponte Morandi.
Voglio ricordare inoltre i caduti di tutte le forze dell’ordine, che con il loro sacrificio hanno combattuto il terrorismo, le organizzazioni criminali, le mafie, assicurando lo sviluppo democratico nel paese.
Qui a Brindisi, non possiamo dimenticare il grande sacrificio del Vice Brigadiere Alberto De Falco e del Finanziere scelto Antonio Sottile, a loro e alle loro famiglie il nostro pensiero ed il ringraziamento per la battaglia condotta fino al sacrificio della propria vita per la legalità e la giustizia.
Un ultimo pensiero consentitemelo per il Milite Ignoto, uno dei tantissimi caduti nelle guerre senza nome, senza che la propria famiglia potesse avere un luogo ove ricordarlo, lo voglio ricordare come monito all’orrore della guerra, che non solo ha vittime illustri eroi che vengono ricordati negli anni, ma spesso ha caduti sconosciuti, testimoni senza alcuna memoria condivisa.
A lui e ai tanti militi ignoti caduti in guerra vorrei dedicare le parole di un grande poeta, Fabrizio de Andrè, che della guerra ha raccontato la sua tragicità.
“Dormi sepolto in un campo di grano, non è la rosa non è il tulipano, che ti fan veglia all’ombra dei fossi, ma sono mille papaveri rossi”.
Viva l’Italia, Viva le Forze Armate, Viva la pace.