BRINDISI – I tre carabinieri accusati di omicidio preterintenzionale per la morte di Stefano Cucchi sono stati sospesi dal servizio, con lo stipendio dimezzato. La decisione è stata presa dal comando generale dell’Arma, che ha ritenuto “doveroso” prendere questa misura “precauzionale” in considerazione della “gravità dei reati contestati» e delle «circostanze dei fatti indicati nei provvedimenti della magistratura”. L’inchiesta bis sulla morte del giovane è portata avanti dalla procura di Roma: tra di loro c’è anche un 35enne brindisino, Francesco Tedesco. Con lui dovranno rispondere della stessa accusa Alessio di Bernardo di Venafro (Isernia) e Raffaele D’Alessandro di Villaricca in provincia di Napoli. I tre avranno lo stipendio dimezzato.




Il militare brindisino era passato all’attenzione delle cronache lo scorso gennaio dopo che la sorella di Stefano, Ilaria Cucchi aveva pubblicato una sua foto su Facebook, innescando una serie di polemiche anche con i sindacati di categoria.

C’è, invece, un carabiniere tarantino, Vincenzo Nicolardi, originario di Pulsano, tra quelli che dovranno difendersi dalle accuse di calunnia e falso.

Secondo la ricostruzione dell’accusa Tedesco, Di Bernardo e D’Alessandro avrebbero prima arrestato Cucchi, trovato in possesso di droga, per poi spingerlo e colpirlo con calci e schiaffi in caserma, causando la caduta violenta del giovane. All’inizio per loro l’accusa era quella di lesioni personali aggravate, poi la Procura ha aggravato la loro posizione.




Redazione

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