“Brindisi deve destare interesse, curiosità e voglia di essere visitata e vissuta non solo l’estate, ma anche l’inverno”

Claudio Niccoli

Brindisi è investita da uno strano fenomeno  occupazionale e pseudo imprenditoriale.

La cronica carenza di sbocchi occupazionali, per l’ennesima volta in questa città, fa andare i giovani verso il commercio, verso l’apertura di attività commerciali, le più svariate, ma quella che la fa da padrone sono la ristorazione, i pub, i ristopub e tutto ciò che riguarda  gli alcolici.

Esso è un fenomeno da non sottovalutare sia sotto l’aspetto sociale che economico.

La voglia dei giovani di realizzarsi è una gran positività, la ricerca di autonomia è un segnale di cambiamento, ma l’apertura di locali senza le dovute analisi di mercato, ma solo con la voglia di fare, creano affollamento nella offerta con una forte riduzione della domanda.

Molti hanno aperto e poi o hanno chiuso o hanno ceduto l’attività con un giro che sembra un valzer di proprietari più che un investimento.

In alcuni di questi locali si notano alcuni genitori dei proprietari, che verificano, controllano con discrezione, ma sono lì a ricordare ai figli noi ci siamo sempre nelle gioie e nei dolori.

La città ha bisogno di sprovincializzarsi, ha bisogno di utenti che vengono da fuori , ha bisogno di turismo, ha bisogno di creare attrattività, ha bisogno di utilizzare il brand Salento, magari inventandosi L’Alto Salento: insomma Brindisi deve destare interesse, curiosità e voglia di essere visitata ,meditata, vissuta non solo l’estate ma anche l’inverno, insomma dobbiamo mettere in campo quello che i tecnici di settore chiamano destagionalizzazione.

In questo l’Amministrazione Comunale deve avere un ruolo da protagonista, deve pensare e programmare eventi che devono attrarre i visitatori, i turisti, i Pugliesi, ha l’obbligo di investire sul brand Brindisi, deve farlo investendo denari ed intelligenze, il futuro si costruisce anche creando una economia diversa ,non sostitutiva di quella industriale ma complementare. La scommessa nei prossimi anni è ridisegnare un new economy, una nuova era industriale che rispetti l’ambiente e il territorio, gli sforzi che l’imprese stanno facendo con la 4.0 a medio termine darà dei risultati soddisfacenti.

Dobbiamo riappropriarci del nostro territorio, della nostra terra, della nostra costa, insomma dobbiamo creare strumenti urbanistici di conservazione e non di espansione che devono privilegiare la costa, dobbiamo rilanciare l’agricoltura ed il conserviero, la miticoltura, i servizi alle imprese. Dobbiamo utilizzare

di più l’indotto che crea l’Aereoporto con il transito dei passeggeri ,liberalizzare le aree vicine per creare investimenti a servizio dello scalo aereoportuale. Non dobbiamo cedere di un millimetro, sulla Zes iniziando a mettere nero su bianco l’operatività necessaria a farla partire. Dobbiamo utilizzare la retroportualità che deve essere una occasione di sviluppo per la città. Dobbiamo, insomma, rimboccarci tutti le maniche perché le responsabilità di una nuova era gravano sulle spalle di ognuno di noi, ognuno con il proprio ruolo di opposizione e di maggioranza, ma con un obiettivo comune cambiare le cose e la città.

 Claudio NICCOLI- Idea per Brindisi

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