Suore Oblate di Sant’Antonio di Padova
“Monsignore, le ha trovate?”. “Sì Beatissimo Padre” rispose Mons. Morando. “Ebbene – sentenziò il Santo Padre – lasci che vadano avanti. Io le benedico”
Facciamo un po’ di storia
La Congregazione delle Suore Oblate di S. Antonio di Padova affonda le proprie radici nella Diocesi di Brindisi, ideata dalla singolare e carismatica personalità di Madre Valeria Succi, originaria della cittadina romagnola di Cesenatico. Al pari del grande Profeta dell’Islam che, durante una delle sue meditazioni sul Monte Hira, ebbe la visione dell’Arcangelo Gabriele trasformandosi in messaggero di Allah, anche l’esistenza di Suor Valeria fu segnata dall’apparizione in sogno della Madonna, che la esortò a praticare una religiosità schietta e universale. Cruciale per la fondazione dell’Istituto delle Suore Oblate si rivelò l’esperienza svolta da Madre Valeria come insegnante nel 1900, presso il Conservatorio di San Sebastiano di Lecce. La riflessione stessa di Suor Valeria sulle condizioni di povertà e sulle sofferenze patite dalle ragazze della propria epoca la spinse a formare un gruppo di donne devote pronte a diffondere e a seguire l’esempio e il messaggio di umanità e di semplicità di Cristo. Subito dopo si recò a Brindisi dove, in data 28 gennaio 1905, ottenne dall’Arcivescovo Mons. Salvatore Palmieri il Decreto di Fondazione e di Approvazione dell’Istituto che prenderà il nome di “Suore Oblate di S. Antonio di Padova”.
Madre Valeria Succi investì la propria vita della spiritualità di San Francesco, imbracciando il credo di Sant’Antonio, considerato come quel riferimento esemplare che, nell’ambito della storia della Chiesa, ha rispecchiato integralmente il messaggio di Cristo nel suo comportamento verso gli indigenti e i più piccoli. Chi darà una rinnovata vitalità e imprimerà una svolta decisiva all’attività delle suore oblate sarà l’imponente figura dell’Arcivescovo di Brindisi Mons. Tommaso Valeri. Quest’ultimo non soltanto sostenne finanziariamente la comunità, ma ne determinò la capillare espansione nel territorio salentino, incoraggiando i parroci ad agevolare lo sviluppo dell’Istituto. All’indomani dell’organizzazione del Consiglio Generale della Congregazione delle Suore Oblate, le discepole di Madre Valeria, nell’ottobre del 1934, si insediarono a Brindisi per dirigere l’asilo infantile comunale in Contrada Casale. L’edificio era localizzato in Via Francesco Baracca e rappresentò la prima dimora delle suore, poi trasferitesi in Via Locatelli.
Nel 1946 prese corpo l’idea di istituire sempre al Casale un orfanotrofio che verrà inaugurato nel 1948. A partire dal 1949 si ottenne l’apertura dell’asilo e della scuola elementare, i cui straordinari sviluppi portarono alla trasformazione dell’Istituto di Brindisi in Casa Generalizia. Poco dopo la realizzazione dell’orfanotrofio si costruì un secondo edificio che, in un primo momento venne impiegato come casa di riposo e, successivamente, nel 1976, venne adibito a sede del Governo Centrale della Casa Generalizia. In via san Giusto, nella Chiesa consacrata a Sant’Antonio, nel dicembre del 1944, vennero tumulati i resti mortali di Madre Valeria Succi che si spense a Mesagne, all’età di 76 anni, il 22 maggio 1922. Durante l’assemblea ordinaria della Conferenza Episcopale Pugliese, svoltasi a Molfetta nel febbraio del 2024, i vescovi pugliesi, attendendo alla richiesta di Mons. Giovanni Intini, hanno concesso il “Nulla osta” per la Beatificazione e la Canonizzazione di Madre Valeria. Le Suore Antoniane, diffusesi anche in altre regioni dell’Italia centrale e settentrionale, assumendo in seguito una spiccata fisionomia globale, con la proliferazione dell’insegnamento delle Oblate in India, nello stato del Kerala, e nella Repubblica del Congo a Brazzaville, si sono dedicate alla educazione dei fanciulli e continuano ad assistere con sincera vocazione i giovani, gli orfani, gli anziani, i poveri, i reietti e i malati in un benefico processo formativo ed assistenziale. Nel febbraio del 1954 la Congregazione delle Suore Oblate divenne di Diritto Pontificio, mentre nell’aprile del 1955 ottenne il riconoscimento della Personalità Giuridica. Attualmente l’Istituto delle Suore Oblate di S. Antonio di Padova esercita le proprie funzioni in Via San Giusto, a Brindisi, nel rione Casale.
Fine e professione religiosa della Congregazione
L’obiettivo preferenziale della Congregazione è quello di glorificare Dio e di santificare i suoi membri seguendo le orme di Cristo. Vicina alle azioni e alla missione pedagogico – educativa di Madre Valeria, rivolge i propri interessi ai giovani, agli infermi, agli anziani, agli emarginati e a tutti coloro che, collocati in contesti problematici e disagiati, intendono migliorare il proprio status sociale. Le suore di Sant’Antonio di Padova vivono secondo i dettami del Vangelo, con lo scopo di trasformarsi in segno di salvezza per l’uomo, associando alla contemplazione la zelante causa apostolica.
Di cosa si occupano oggi le Suore Antoniane?
Le Suore Oblate “cercano e gustano le cose che sono del cielo e non quelle di questa terra”. Nella dimensione della vita sociale le Oblate adempiono al proprio ufficio apostolico e comprensivo negli Istituti educativi assistenziali, nelle scuole, nelle case di riposo e negli ospedali, nelle opere parrocchiali e nelle opere apostolico – sociali. Le Suore Oblate, come si è detto, hanno permeato della loro presenza terre lontane e afflitte dalla più cupa povertà. Nel 1990 è iniziato il loro pellegrinaggio alle volte dell’India da dove, nel marzo del 1991, nel Kerala, ha preso le mosse la loro azione francescana fondata sull’amore e sulla semplicità. Per le Suore Antoniane la scelta del sito ove attendere alla loro missione non è casuale, poiché questa particolare zona dell’India è sprovvista di cibo, di medicinali, di vestiario, di case, di scuole. L’India è giudicata la regione dei grandi contrasti, dove alla ristretta cerchia dei ricchi e di coloro che sperperano i miseri introiti del paese si oppone la moltitudine dei poveri. Il compito delle Suore Oblate è quello di assistere le famiglie bisognose in cerca del loro aiuto. Non solo. Si sono adoperate per costruire una Casa di Formazione e recentemente sono alle prese con la realizzazione del nuovo Istituto Educativo Assistenziale e di una Scuola Materna.
Iolanda Vitali
Bravissima