A tutto gas: da un mese iniziati i lavori sul nuovo gasdotto TAP/SNAM a Brindisi, San Pietro Vernotico e Torchiarolo

Nessuno ne parla, ma SNAM ha già picchettato o recintato quasi tutta la porzione brindisina del gasdotto di interconnessione TAP/SNAM, cioè circa 20 chilometri sui 55 totali fino a Melendugno. Etichettati anche gli 8603 ulivi del percorso, di cui metà di medie dimensioni e oltre 300 ulivi monumentali.  Vicino a Torchiarolo, il deposito più grande per gli ulivi espiantati: sei ettari.

Come è poco noto, il progetto SNAM prevede la costruzione di un metanodotto della lunghezza di 55 km dal punto di interconnessione con TAP nel comune di Melendugno alla connessione alla rete nazionale dei gasdotti nel comune di Brindisi, a Contrada Matagiola. I Comuni interessati dal tragitto del nuovo gasdotto sono Lecce, Lizzanello, Brindisi, Vernole, Surbo, San Pietro Vernotico, Torchiarolo, Castri di Lecce.

A qualche chilometro da Matagiola (Brindisi) SNAM ha già iniziato il picchettamento della pista larga 32 metri con picchetti di legno bianchi e blu. Dalla Stazione di Tuturano la pista larga 32 metri è recintata con rete rossa in plastica alta 1,60 metri e con  divieto di accesso. Tale recinzione è stata completata fino alla strada che porta da Torchiarolo a Lendinuso, circa 8 km. Da li in poi la pista è stata picchettata fino alla strada per Casalabate.
La pista recintata rossa è visibile dalla superstrada BR-LE all’altezza dell’uscita Torre San Gennaro-Valesio da ambe le direzioni.
Tutti gli ulivi sono già stati etichettati. Sono 8603 ulivi, di cui la metà di medie dimensioni e 300 ulivi monumentali. Molti presentano sintomi di essiccamento rapido: temiamo che verranno distrutti secondo le nuove regole regionali, anche se dichiarati monumentali. In totale verranno attraversati 25 km di uliveti sul percorso totale di 55 km (fonte SNAM). Buona parte di questi uliveti si trova nei Comuni di San Pietro Vernotico e nei sette km di Torchiarolo.
Secondo la prescrizione A.11 della VIA (Valutazione d’Impatto Ambientale)  tutti gli ulivi per l’espianto e il reimpianto sono da considerarsi come monumentali, cioè rispettare il periodo dicembre-febbraio per espianto/reimpianto, secondo le norme regionali. La delibera della Giunta Regionale del 24/10/2018 n.1890 prevede invece “una deroga ai vincoli forestali, ambientali e paesaggistici … e dispone l’estirpazione delle piante risultate infette al test di laboratorio ELISA, senza effettuare il test di conferma, e dispone in alternativa che per ragioni di economicità ed efficienza, e solo negli appezzamenti in cui è stata già rilevata la presenza di piante infette da Xylella nei precedenti monitoraggi e su segnalazione del proprietario, si può procedere ad ordinanza di abbattimento delle piante con sintomi conclamati e ascrivibili alla Xylella, previa ispezione visiva ufficiale della Sezione Osservatorio fitosanitario e condivisione verbalizzata del proprietario”. San Pietro e Torchiarolo sono zona infetta, per cui SNAM non deve espiantare e reimpiantare, ma basta vedere un ramo secco e possono eradicare, cioè distruggere gli alberi su proprietà o titolo di possesso di SNAM, anche con la sola ispezione visiva di un funzionario, senza test ELISA….

Nel provvedimento del ministro Centinaio di qualche giorno fa, “il piano intende favorirla [l’eradicazione], nella zona infetta, in quanto condizione essenziale per ricostruire il patrimonio produttivo locale”. E i documenti ufficiali del MIPAAF e della Regione Puglia dove sono appunto riportate le percentuali di piante infette che oscillano dal 2,3 % al 1,8 % nelle zone di contenimento e cuscinetto (aprile 2018), mentre i dati ufficiali e più recenti della zona infetta (Melendugno) sono quelli documentati dalla Regione Puglia, in riferimento alla richiesta della società TAP ad aprile 2018, in cui si legge che su 404 piante di olivo analizzate solo 3 erano infette da Xylella (0,7%). Di due giorni fa la notizia del TgR Puglia che dalla analisi TAP recente, le piante infette nell’area sono passati da 3 a 14, perciò la Xylella sta avanzando sul versante adriatico e ci sarebbe  la necessità di contenerla con le eradicazioni. Un bel regalo per TAP/SNAM dal Ministro Centinaio…

Ci sarà un deposito per gli ulivi di 6 ettari a Torchiarolo, denominato D13, uno più piccolo a San Pietro e uno a ridosso di Matagiola.
Il gasdotto passerà a 450 metri dal Bosco di Santa Teresa, dal Bosco dei Lucci e dal Bosco di Cerano, aree protette del brindisino.
La posa del tubo, diametro 1400 mm, cioè 56 pollici, avanzerà alla velocità di 150 metri al giorno.

Inoltre, nelle prossime settimane si riuniranno i paesi dell’Est Mediterraneo per firmare l’accordo sul secondo gasdotto in arrivo, Eastmed Poseidon, con gas cipriota e israeliano, con approdo  a Otranto e arrivo a Brindisi con una seconda condotta. E l’impianto di compostaggio anaerobico (cioè per la produzione di gas) da 50 mila tonnellate approvato dalla Giunta Regionale a 10 km da Brindisi, e il deposito di gas al porto progettato da Edison, e chissà cos’altro arriverà…

Si comprende la concentrazione di opere devastanti nel Salento e a Brindisi, ricordando le parole del ministro degli Esteri cipriota, Nikos Christodoulides, che ha dichiarato “tanto quel pezzo di Italia è già fortemente inquinato” o le parole di Danièl Termont, sindaco di Gent e dirigente Fluxys, che possiede il 20% di TAP-AG: “[San Basilio] non è una spiaggia, è un bidone dei rifiuti”: (ricordiamo che San Basilio e San Foca sono Bandiere Blu e 5 Vele Legambiente), o le parole del nostro Emiliano: “Tanto Brindisi è già compromessa…” riferendosi allo spostamento dell’approdo TAP a Brindisi.

Il Movimento No TAP della Provincia di Brindisi e altre associazioni ha inviato in data 11 gennaio 2019 una formale diffida all’inizio lavori SNAM con l’invito ai sindaci interferiti di intraprendere azioni concrete affinchè ci sia un reale contrasto alla realizzazione del gasdotto TAP/SNAM.

Invitiamo pertanto il sindaco di Brindisi, Riccardo Rossi, il sindaco di Torchiarolo, Flavio Caretto, e il sindaco di San Pietro, Pasquale Rizzo, a intervenire per difendere la nostra terra da queste grandi opere inutili, dannose e costose.

Movimento No TAP della Provincia di Brindisi.

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