A rischio i 18 milioni di euro per il recupero dei capannoni del Cillarese. Per Brindisi costituirebbe una beffa doppia…

capannoni ex saca

BRINDISI – Se l’emendamento al Milleproroghe passato già in Senato dovesse superare anche l’esame della Camera, Brindisi si ritroverebbe con 18 milioni di euro, almeno fino al 2020. Già, perché il progetto che riguarda la riqualificazione dei capannoni ex Saca, vincitore all’interno del bando Periferie e per il quale è già avvenuta la firma della convenzione tra Comune e Governo, avrebbe necessitato – così come gli altri progetti a rischio congelamento – dello stanziamento dei fondi nella prossima Legge di Bilancio. Il Governo Conte, però, ha pensato di bloccare tali risorse e di dare il via soltanto alla realizzazione dei progetti già esecutivi.

Gli altri dovranno attendere due anni, o peggio ancora potrebbero essere definitivamente esclusi dal finanziamento qualora non dovessero essere considerati realmente utili o fattibili. Tale scelta – per fortuna ancora provvisoria perché non ratificata dalla Camera – trova la propria ratio nell’esigenza avvertita dalla maggioranza (compulsata dalle sentenze della Corte Costituzionale) di sbloccare gli avanzi di amministrazione dei Comuni virtuosi. Il problema è che Brindisi non rientra tra questi, quindi per la città si tratterebbe di una vera e propria beffa, di un depauperamento sostanzioso, perché l’idea di realizzare al Cillarese degli spazi al servizio della Brindisi creativa, della diffusione della Dieta Mediterranea e della pratica degli orti urbani, oltre che dell’autismo, aveva iniziato a solleticare l’entusiasmo dei cittadini e della nuova Amministrazione.

E invece adesso tocca sperare nel naufragio dell’emendamento alla Camera e nel rinsavimento anche del Pd, che al Senato ha votato a favore, salvo poi protestare accanto ai Sindaci potenzialmente defraudati dal congelamento del finanziamento previsto nel bando Periferie.

Andrea Pezzuto
Redazione
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