ROMA – “Occorre superare l’attuale assenza del termine “Negramaro” all’interno del Registro Nazionale della Varietà”. E’ la richiesta che il Senatore Dario Stefàno, capogruppo in Commissione Agricoltura del Senato e primo firmatario del ddl sull’enoturismo attualmente in esame al Senato, ha inoltrato agli uffici del Ministero delle Politiche Agricole e Forestali di Via XX Settembre.

“Attualmente la sinonimia, in principio ammessa, tra “Negroamaro” (o Negro Amaro o Nero Amaro) e “Negramaro” non trova collocazione nel Registro Nazionale delle Varietà. Questo è naturalmente motivo di forte preoccupazione per molte aziende del settore che continuano, in buona fede, ad etichettare il vino con indicazione geografica tipica con l’indicazione “Negramaro”.

“Recuperare e salvaguardare la denominazione Negramaro ci permette anche di recuperare l’identità di quella cultura enologica, il cui nome – ricorda Stefàno – deriva dal termine dialettale salentino “njurumaru” e non “njuruamaru” e di conseguenza valorizzarla”.

“Per questo motivo – conclude Stefàno – occorre adeguare, con la massima sollecitudine, il Registro Nazionale delle Varietà, ripristinando il sinonimo “Negramaro” alle voci 163 (Negro Amaro N) e 361 (Negroamaro precoce N) e con l’integrazione almeno dei decreti Igp che prevedono attualmente il solo Negroamaro, Negro Amaro o Nero Amaro”.

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