Un’emozione chiamata libro: Andrea Pomella chiude la prima tre giorni di festival

Il tris che “Un’emozione chiamata libro” ha riservato per questo fine settimana di metà luglio trova completezza, domani sera alle 21, nel chiostro di Palazzo San Francesco. Dopo Carlo Greppi e Diana Ligorio, domani sera sarà il romanzo di Andrea Pomella “Il Dio Disarmato” (ed. Einaudi) al centro del talk che vedrà l’autore in dialogo con Sergio Montanaro.

Una terna di autori che sta confermando la validità della 27esima edizione della rassegna, realizzato per il secondo anno consecutivo dall’associazione “Una Valle di Libri” in collaborazione con il Comune di Ostuni – Assessorato alla Cultura. Una terna di autori, le cui riflessioni appositamente sollecitate dagli intervistatori sono state ancora più comprensibili grazie alla vera novità della kermesse: il coinvolgimento di tutta la comunità, anche quella dei sordi.

“Da ieri sera abbiamo attivato il servizio LIS Linguaggio nella Lingua dei Segni, grazie alle interpreti Angela Buta, Mariangela Maglionico e Sabrina Panna Spagnolo – spiegano dall’associazione “Una Valle di Libri” -. Il grazie più grande va a Teresa Sanluca che ha fortemente voluto insieme al presidente dell’associazione “Una Valle di Libri” Flavio Cellie, che tutto questo diversasse realtà”.

Andrea Pomella

Andrea Pomella scrive su “il Fatto Quotidiano” on line, sulle pagine culturali dell'”Unione Sarda”, su “Doppiozero” e su “minima&moralia”. Ha pubblicato vari libri d’arte, tra cui I Musei Vaticani (Editrice Musei Vaticani, 2007) e Caravaggio. Un artista per immagini, prefazione di Maurizio Calvesi (ATS Italia, 2005). Ha pubblicato inoltre i romanzi Il soldato bianco (Aracne, 2008), La misura del danno (Fernandel, 2013), Anni luce (Add, 2018), L’uomo che trema (Einaudi, 2018) e I colpevoli (Einaudi, 2020).

Il Libro

Il rapimento di Aldo Moro da parte delle Brigate Rosse e il massacro dei cinque agenti della scorta è l’evento che ha generato la più grave frattura emotiva, politica e sociale della storia repubblicana. L’attacco dura tre minuti. Tre minuti che, a più di quarant’anni di distanza, continuano a essere oggetto di ricerche, ricostruzioni e speculazioni. Ma questo, va detto, non è un saggio: qui siamo nel territorio della letteratura. E ogni scrittore, si sa, manipola il tempo, può condensare dieci anni in una frase o dilatare pochi secondi e farli durare quanto vuole, se in quei secondi si nasconde una verità su cui lo sguardo continua a posarsi. Il metodo in un certo senso è quello del realismo traumatico, lo stesso che usava Andy Warhol nelle sue immagini seriali: mettere in scena e replicare per sfiorare la verità. Non la verità storica, ma quella piú sfuggente della percezione individuale e collettiva. Ecco allora alternarsi nella narrazione i testimoni oculari, i brigatisti, i politici, gli uomini della scorta, persino personaggi storici vissuti secoli prima. E l’azione, gli spari, la fuga, il congegno che scatta e che si replica all’infinito, perennemente identico a se stesso, ma che viene osservato ogni volta da una prospettiva diversa. A intersecare i fatti pubblici è il racconto privato delle ultime otto ore di vita di Aldo Moro prima del sequestro. Il dio disarmato è un romanzo senza aggettivi: storico, politico, filosofico, lirico, documentario; nessun termine riesce davvero a definirlo. È un libro che indaga nel profondo le scelte individuali e i disegni del destino, il territorio e lo spazio urbano, la sostanza del tempo, il mormorio segreto della vita di un uomo tra i piú importanti della storia d’Italia, che quando tornava a casa si toglieva di dosso l’aggettivo «politico» per cercare di essere soltanto un uomo.

“Una Valle di Libri” ha tra i partner dell’iniziativa, che vanno ringraziati per la collaborazione: l’hotel “La Terra” e Todo Modo, “Carella Ceramiche“, trasporti “Antico“, “Typicus“, Ostuni Touring e Grafiche Nacci.

CONDIVIDI

LASCIA UN COMMENTO