SANITÀ BRINDISINA IN FRANTUMI, L’OPI DI BRINDISI SI SCHIERA AL FIANCO DEGLI INFERMIERI

Lascia basiti il declino funzionale e al quanto surreale che vede la Asl di Brindisi avvicendarsi negli ultimi mesi in chiusure di reparto repentine, senza un preventivo confronto costruttivo con le parti sociali.

Con quest’ incipit esordisce Antonio Scarpa, Presidente dell’Ordine di Brindisi e consigliere nazionale Fnopi, nel descrivere le criticità che attanagliano la Asl di brindisi e il disagio emotivo che gli infermieri stanno vivendo e di cui l’Ordine si fa portavoce.

Che i medici siano gocce di rugiada nel deserto è ormai opinione pubblica, ma le chiusure repentine di reparti senza un dovuto conformo con le parti istituzionali al fine di dirimere le criticità e poter adottare la miglior soluzione per tutti, è una consuetudine che non ci sta più bene.

Gli operatori sanitari sono in perenne “debito di ossigeno”, per orari di lavoro che vanno ben oltre il lecito, per carichi di lavoro impossibili da gestire. Il tutto è aggravato dalla continua chiusura di reparti che comporta lo spostamento di personale nelle sedi più prossime, in barba ad ogni tentativo di conciliazione vita lavoro. Per non parlare dei reparti in sofferenza di organico che hanno difficoltà a garantire un diritto irrinunciabile come le ferie estive.

Sono stressati, depressi, soprattutto avviliti dalla palese mancanza di prospettive, soprattutto si sentono vittime sacrificali, loro malgrado, di un sistema sanitario di cui hanno dimostrato, con i fatti, di essere la colonna portante. Gli infermieri italiani e gli altri professionisti del comparto pagano a caro prezzo la desolante realtà brindisina di cui fanno parte, una sanità che non è più, da tempo, “costruita a misura degli professionisti sanitari”.

Molti di loro si sentono ancora orgogliosi di indossare quella divisa, sono fieri del percorso che hanno scelto, tuttavia non reggono più il grave peso che portano sulle spalle, in un profondo disequilibrio “dare-avere” che accresce la propria insoddisfazione.

Il mio è un grido di allarme, conclude il Presidente, ma allo stesso tempo è una mano tesa alle istituzioni per trovare insieme una prospettiva diversa e meno lesiva, che possa ripristinare e salvaguardare il diritto alla cura per i nostri cittadini.

Gli infermieri ci sono sempre, ma la politica dov’è?

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