Restinco centro pre-Covid, On.le Lucaselli (FdI): “Tanto tuonò che piovve”

“Tanto tuonó che piovve. Non più tardi di ieri, quando il governo con una decisione incomprensibile faceva approdare una moltitudine di migranti presso il centro di Restinco, esprimevano le nostre perplessità circa tale situazione. Migranti trasferiti presso il centro senza neanche conoscere la positività o meno al Covid degli stessi poiché erano stati sottoposti solo a test sierologici e non a tampone. Un centro che nasce per contenere altra tipologia di soggetti, non adeguato negli anni e che, alla luce dell’emergenza sanitaria, risulta non consono ad ospitare l’utenza trasferita ieri. Tanto è vero che nella mattinata odierna un migrante, in barba a tutti i controlli, è riuscito a fuggire. La buona notizia, al momento, è che lo stesso è stato recuperato evitando che venisse di fatto a contatto con gli abitanti del luogo. La situazione di per se è drammatica ed a tal fine ho provveduto urgentemente a depositare una interrogazione indirizzata al ministro degli interni e al ministro della salute affinché notizino sulla situazione attuale, sui perché di tale decisione e si attivino per la tutela sanitaria degli operatori e delle forze dell’ordine, che al momento risultano in servizio all’interno del centro senza alcuna tutela sanitaria, sia per la mancanza di dispositivi di protezione individuale sia per l’assenza di informazioni se gli ospiti arrivati ieri. Il tutto per evitare quello che giorni fa è accaduto a roccella ionica dove ben 25 agenti hanno contratto il Covid 19 stando a contatto con i migranti”. Di seguito l’interrogazione depositata.

Interrogazione a risposta scritta:

LUCASELLI – Al Ministro dell’interno e al Ministro della Salute – Per sapere – premesso che:

preoccupa la notizia di un ospite riuscito a scapparedal “Cara” di Restinco a Brindisi, unastruttura recentemente destinata al trasferimento dei migranti in quarantena, nonostante si tratti di una vecchia caserma dove è, di fatto, impossibile far rispettare il distanziamento, realizzare dei percorsi e quindi adottare le opportune misure di sicurezza, anche per il personale interno;

il Cara-Cpr di Restinco, infatti, è un ex campo per i profughi istriani, poi per quelli della prima migrazione dall’Albania alla fine del 1990 e, tra le due vicende, la struttura è stata anche un deposito dell’Esercito Italiano;

del migrante scappato si sa solo che, al pari degli altri, è stato sottoposto solo a test sierologico che, come noto, non rappresenta una certezza circa la sua non positività al Covid-19;

secondo quanto si apprende da fonti di stampa, proprio questi migranti sarebbero stati a stretto contatto con i soggetti “positivi” individuati a Roccella Jonica;

tutto starebbe avvenendo rapidamente, senza comunicazioni ufficiali all’esterno, ma secondo il piano nazionale coordinato dal Dipartimento per le libertà civili e l’immigrazione del Viminale si starebbe puntando a creare nel giro di pochi giorni una seconda linea di centri di quarantena alle spalle del fronte degli sbarchi, mettendo a dura prova le strutture prescelte;

sarebbe il caso proprio del Cara-Cpr di Brindisi Restinco, che tra il 13 e 14 luglio avrebbe sgomberato tutti gli ospiti presenti per essere pronto a ricevere 80 migranti provenienti da Lampedusa;

come se ciò non bastasse, da quanto risulta da fonti di stampa, al momento non sarebbero state fornite al personale di servizio, anche militare oltre che della Polizia di Stato, e a quello della cooperativa Auxilium, che ha la responsabilità della gestione della struttura di Restinco sino ad agosto, dispositivi di protezione individuali aggiuntivi, né sarebbe stato dato il tempo per le disinfestazioni dei prefabbricati lasciati liberi dai migranti trasferiti;

la questione più delicata, ovviamente, è quella delle garanzie sanitarie, che si basano sulle certificazioni del contingente in arrivo, sembrerebbe non ancora pervenute, sia per gli ospiti che per gli operatori, i quali entrano ed escono dalla struttura per raggiungere le città di residenza, scongiurando il rischio di un nuovo caso analogo a quanto accaduto al commissariato della Polizia di Stato di Rocella Jonica, dove sono stati messi in quarantena 25 agenti impiegati nella sorveglianza dei 70 migranti pakistani, 28 dei quali sono poi risultati positivi al Covid-19;

se il Governo sia a conoscenza dei fatti esposti in premessa e, accertata la veridicità e gravità degli stessi, quali urgenti provvedimenti intenda assumere per gestire tempestivamente la situazione, sia dal punto di vista sanitario che della sicurezza sui luoghi di lavoro, all’interno Cara-Cpr di Restinco;

come intenda garantire la quarantena obbligata nel “Cara” di Brindisi, dal momento che la struttura, ad oggi, non ha un assetto adeguato a tale obiettivo;

cosa preveda il citato piano nazionale coordinato dal Dipartimento per le libertà civili e l’immigrazione del Viminale.

 

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