Dopo anni di attività culturali, con mostre che hanno registrato decine di migliaia di visitatori (da quella di Giacomo Manzù a quella di Dario Fo, da quella sul Futurismo a quella su Andy Warhol, da quella di Folco Quilici a quella di Milo Manara e su Federico Fellini, ecc..), Palazzo Nervegna versa in questi ultimi mesi in un completo stato di abbandono e di degrado.

I saloni e le stanze che hanno visto turisti ed ospiti illustri (Riccardo Muti, Carla Fracci, Dario Fo e Philippe Daverio, solo per citarne alcuni) sono oggi, come documentano le foto e come ognuno può verificare, desolatamente vuoti.

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Salotti e tavoli, finanche molte delle sedie trasparenti della “Kartell” (fatte acquistare dal compianto sindaco Mennitti), sono spariti, trasferiti altrove, senza un criterio e, presumibilmente, senza un rispetto di inventario. Si spera sempre in uffici pubblici ma, anche se fosse, si deve ricordare che si tratta di arredi di un certo pregio che sono stati acquistati anche con fondi comunitari, nel rispetto del rilievo storico dell’edificio.

Con una semplice visita si può, parallelamente, constatare che alcuni degli stessi ambienti sono stati ‘arredati’ con mobilia recuperata da qualche deposito, da casa da terzo mondo, con tutto il rispetto per il terzo mondo.

Gli uffici
Gli uffici

E’ una cosa possibile, anche solo dal punto di vista amministrativo?

Si sente in questi giorni parlare di un rinnovato interesse dell’Amministrazione comunale per il patrimonio monumentale della città. Il sindaco Angela Carluccio ha detto di voler “avviare un  programma di recupero dei beni storici, alcuni dei quali, ormai da anni, sono in stato di abbandono. Consideriamo i monumenti parte integrante del progetto di rilancio dell’immagine di questa città e per questo intendiamo ristrutturarli e renderli fruibili ai cittadini ed ai turisti”. Eppure, quanto sta accadendo a Palazzo Nervegna – e non solo – pare andare proprio nella direzione contraria, differentemente da quanto era avvenuto negli anni scorsi, nei quali sono stati restaurati ed aperti tutti i nostri principali monumenti.

Peraltro, per rendere fruibili questi beni bisogna avere un’idea, una programmazione. Che non c’è. E se c’è non si vede.

Si è parlato nuovamente, sempre in questi giorni, di una sede universitaria a Palazzo Nervegna, con una inaugurazione immediata. Qualcuno ne sa qualcosa?

Il soffitto pieno di umidità
Il soffitto pieno di umidità

Al momento pare solo che l’edificio debba restare vuoto e senza utilizzi specifici; e la città potrà solo ricordare quello che era diventato dopo il suo restauro: un centro culturale invidiato anche altrove.

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Pamela Spinelli
Direttore responsabile




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