L’ANGOLO DEI LIBRI – “Piccoli addii” di Giovanni Mariotti

Una libreria: luogo d’elezione perché diventi concreta quell’idea che qualcuno ha chiamato serendipità. In effetti, proprio di una felice scoperta può dirsi nel caso di Giovanni Mariotti e dei suoi Piccoli addii: un prezioso volumetto di poco più di cento pagine uscito nella nuovissima collana dei Microgrammi di Adelphi. Dell’autore toscano chi scrive non aveva finora letto nulla (di disponibile sembrerebbe esserci solo il romanzo Storia di Matilde, sempre per Adelphi), dunque immenso è stato il piacere di conoscere le brevi storie contenute nel libro, «brevi congedi da  un mondo che non c’era più», così pieni di grazia. L’autore attinge alle memorie, ai suoni, alle percezioni sensibili di una vita intera restituendo narrazioni intense, percorse da una vena lirica viva, ora commovente ora mordace: in ventuno racconti – o quadri, o istantanee – Mariotti torna all’infanzia vissuta con la madre (caparbiamente, e invano, ostinata a fare la magliaia), all’assenza del padre morto in guerra, alla povertà, alle scene di un debutto in società, a Milano con le sue camere ammobiliate, la Casa della Cultura e il Teatro alle Maschere, ovvero la piccola sala dedicata allo strip. Nelle pagine di Mariotti trova spazio l’allegra loquacità del salvadanaio dalle poche monete insieme all’espressione preoccupata da orcio di terracotta (tanto diversa dalla spensieratezza dei porcellini colorati), il freddo degli inverni di campagna; vi si adagia la matassa della vita, col suo concedere rilassati intermezzi solo nella distanza, e dunque nel legame, tra un garbuglio e l’altro. C’è l’Italia che diventa ricca nel momento in cui il tabaccaio annuncia «che acquistare sigarette sciolte non era più possibile: o il pacchetto o niente», e c’è la prima volta di chi sente la locuzione «classe dirigente», cogliendone per intera l’illusorietà ridicola. Soprattutto c’è, in chi legge, la gioia di assistere al movimento che genera, dalla vita, i ricordi: essi «sono prelievi dal suo flusso, sfrondati e compressi; nascono dalla vita come i gomitoli dalle matasse. Volendo, si possono mettere in un libro».

Diana A. Politano

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1 COMMENTO

  1. Mille grazie. Le sue parole sono come una caramella che rigirerò in bocca per tutta la giornata. Da qualche giorno è uscito un altro mio librino, “La gatta, Borges e il foxterrier”, edito da Franco Maria Ricci / Il labirinto della Masone. Un saluto grato e affettuoso da Giovanni Mariotti

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