La STORIA dell’ANMCO RICOSTRUITA DAL CARDIOLOGO PEDE – di Aldo Recchia 

Sono passati ormai quasi sessantadue anni da quando a Venezia – nel lontano 1963 – si pose la prima pietra del “sogno” ANMCO, che altro non è se non l’acronimo di <Associazione nazionale medici cardiologi ospedalieri>. L’ANMCO si poneva, per l’occasione, un solo obiettivo: mettere in luce la vera “essenza” di una cardiologia moderna e dare la dovuta dignità ad una specializzazione sanitaria – quanto mai essenziale per l’esistenza e la salvaguardia della vita dell’uomo – consentendole di <far parte integrale dell’organizzazione sanitaria dei nostri ospedali>. 

Il primo presidente dell’associazione, Vittorio Puddu, lo dichiarò subito – in occasione di quei giorni di lavori intensi del sodalizio – nella prima assemblea, alla presenza di soli 42 arditi “pionieri”, peraltro fermamente convinti dell’iniziativa. 

Erano solo dei visionari? Niente di male ad esserlo. E, non a caso, l’attuale presidente ANMCO, Furio Colavicchi – in occasione dell’assemblea celebrativa dei primi 60 anni del sodalizio – ha subito tranquillizzato tutti, ricordando quanto evidenziato nel 1984 da Bob Proctor (scrittore, filosofo, speaker motivazionale e promotore del pensiero positivo): <Tutti i grandi del passato sono stati dei visionari,                                                   

erano uomini e donne che si proiettavano nel futuro. 

Pensavano a quello che sarebbe potuto essere, piuttosto che a quello che già era, e poi loro stessi entravano in azione, per fare in modo che queste cose accadessero>. 

L’attuale realtà ANMCO, con i suoi oltre 6mila iscritti, è la dimostrazione tangibile di quanto sostenuto da Proctor. E tutti questi iscritti – tra uomini e donne – ora <ogni giorno reggono le sorti, spesso incerte, della salute cardiovascolare della popolazione italiana>, ha poi opportunamente evidenziato il presidente Colavicchi. 

Pertanto, quella dei “pionieri” – si può oggi affermare con tranquillità – era solo un’idea lungimirante, a sostegno e a difesa di una specializzazione irrinunciabile, visto che le malattie cardiovascolari, purtroppo, a tutt’oggi – come già negli anni Sessanta del secolo scorso – continuano ad occupare un posto di rilievo nella graduatoria delle cause di morte e di invalidità. Come dire: meno male che i cardiologi – soprattutto quelli bravi – ci sono e si spera ardentemente che continuino ad esserci sempre. Senza nulla togliere, ovviamente, alle altre specializzazioni in campo medico, tutte “indispensabili”, come è facile toccare con mano al momento del bisogno. 

Che dire di più in proposito? Forse un altro auspicio non guasterebbe. Visto il trattamento economico riservato agli operatori sanitari in genere – a dir poco mortificante, soprattutto se lo si paragona con quello degli altri Paesi europei – sarebbe quanto mai doverosa una maggiore attenzione verso la categoria dei medici in generale da parte di chi ci governa. Non fosse altro che per frenare la “fuga” di molti bravi professionisti – soprattutto giovani – che preferiscono spesso le strutture sanitarie private o addirittura di altre nazioni, con conseguenze più che disastrose per la nostra sanità pubblica. 

La situazione – a dir poco drammatica – ci viene descritta in maniera inequivoca da un articolo de “ilFattoQuotidiano.it” del 5 dicembre scorso, firmato da Thomas Mackinson. Basta la lettura di titolo e sommario per farsi un’idea di quanto stia accadendo ai danni della collettività: <Sanità, specializzandi in fuga: 40 milioni di “buco”. Il costo annuo dell’addio dei nuovi medici… Oltre il 10% dei medici lascia prima del tempo il percorso formativo: a pagare sono il Sistema sanitario nazionale e le casse dello Stato>. Ovviamente con inevitabile danno sociale e sanitario. 

Ma ritorniamo all’ANMCO. A ricostruirne la storia ci ha pensato di recente un nostro corregionale salentino, il noto bravissimo e apprezzatissimo cardiologo Sergio Pede, originario di Cellino San Marco, per molti anni operatore Asl BR1 e, attualmente (dopo essere andato in pensione), responsabile della struttura “Apulia” di Mesagne. La sua idea ha prodotto così il volume dal titolo: “1963-2023 / ANMCO/ Celebration”. 

Le doti del nostro conterraneo Pede – ben noto in zona, oltre che per la sua indiscutibile professionalità, pure e soprattutto per la sua profonda riservatezza – vengono, tra l’altro, ben evidenziate nella prefazione del testo anche dal direttore responsabile “Cardiologia negli ospedali”, Mario Chiatti. Questi definisce Pede addirittura un “personaggio” e un “vecchio Sergente ANMCO”, ringraziandolo in qualche modo per aver messo a disposizione <le sue idee, le sue competenze, il suo tempo e la sua passione, divenendo lui stesso memoria storica dell’ANMCO>. Ma la riconoscenza vale pure e in particolar modo – ha aggiunto – per la <fatica di leggere e analizzare 250 numeri della Rivista dell’Associazione>. 

Dopo la laurea in Medicina a Perugia (1975), l’anno successivo Pede ha iniziato il percorso di assistente cardiologo ospedaliero, presso il “Melli” di San Pietro Vernotico, a seguito di “Tirocinio pratico ospedaliero”. Si è specializzato in Cardiologia nel luglio del 1982 presso l’Università di Napoli. Nel 1987 consegue poi titolo e ruolo di Aiuto di Cardiologia sempre nel “Melli”, dove successivamente diventa prima Responsabile del Modulo Ipertensione Arteriosa e poi Dirigente Responsabile del Servizio UOS di Cardiologia. Nell’ANMCO – alla quale è iscritto sin dal 1978 – Pede ha ricoperto diversi incarichi di prestigio e di responsabilità, sia a livello regionale e sia a livello nazionale. L’interessato, però, è rimasto sempre (immutato nel tempo) quello che era: un “sergente” semplice della Cardiologia e dell’ANMCO. Senza mai pensare, neanche per un istante di “fuggire” all’estero. Da salentino verace, l’interessato si è impegnato, sempre e soltanto, per affermarsi nella sua terra di origine. Dove poi ha ritenuto opportuno creare una propria Famiglia, che – congiuntamente con la professione – gli ha consentito di poter fruire di non poche gioie e vivere felice. 

L’edizione del testo “1963-2023 /ANMCO / Celebration”, in cui viene ricordata la storia dei primi 60 anni del sodalizio, è stata pubblicata dall’Editore “Centro Servizi ANMCO Srl Società Benefit”.   

 

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