BRINDISI – Presso la chiesa di San Nicola del quartiere Paradiso si è tenuta la celebrazione eucaristica presieduta dall’arcivescovo della diocesi di Brindisi e Ostuni, monsignor Domenico Caliandro, in onore di San Sebastiano, protettore delle polizie locali.
Nel corso della sua omelia, l’arcivescovo ha inquadrato la sfida che spetta agli agenti della polizia locale in una realtà e in un mondo sempre più complesso.
“Con l’aumentare della conoscenza – ha affermato monsignor Caliandro – anche il male è diventato più complesso da scoprire e affrontare. Essere dalla parte del bene implica una lotta che non ha confini, che non ha quartiere. Allora, come il malaffare sa organizzarsi e presentarsi camuffandosi in varie forme, così chi ha il compito di far valere la giustizia e il bene comune deve continuamente aggiornarsi”.
A tal proposito, come sottolineato nel suo intervento anche dal sindaco di Brindisi, Riccardo Rossi, il comandante della polizia locale di Brindisi, Antonio Orefice, si è distinto per attivismo in merito ai corsi di formazione.
“Ringrazio il corpo della Polizia locale – ha dichiarato Rossi – per il lavoro che svolge quotidianamente. Non è un compito facile in un territorio in cui vi è una grande necessità di legalità, di cultura del rispetto delle regole. Mi piace soprattutto sottolineare la competenza con la quale operate, perché non è semplice stare dietro a tutte le nuove normative che si susseguono. Ho apprezzato in questi sei mesi da sindaco i tanti eventi formativi organizzati dal comandante Orefice, che ha promosso tante giornate di studio e seminari”.
Quello della formazione, come confermato dallo stesso comandante Orefice, è un tema particolarmente importante in quanto “la formazione del personale è la chiave di volta per assurgere a una dignità professionale troppe volte rimessa alle pur straordinarie capacità degli individui della polizia locale. Fiore all’occhiello – ha ricordato Orefice – è stato il conseguimento della patente di servizio per gli oltre centoventi colleghi della provincia che ne erano sprovvisti. Una spinta al miglioramento complessivo della professionalità degli appartenenti alla categoria – ha specificato infine il comandante – dovrebbe comunque venire dalla neoistituita scuola regionale di polizia locale”.
Il discorso tenuto dal comandante Orefice è stato pregno di spunti di riflessione. Ripercorrendo le tappe salienti del suo primo anno di permanenza a Brindisi, Orefice ha parlato delle assunzioni a tempo indeterminato e determinato effettuate dal corpo nel corso del 2018 e delle quattro unità a tempo indeterminato che nel 2019 verranno assunte, alle quali si aggiungerà una certa quota di assunzioni a tempo determinato.
“In un contesto di fluidità normativa – ha spiegato Orefice – la polizia locale di Brindisi si è attivata spesso con ritmi incalzanti. Il potenziamento della polizia locale rappresenta un elemento caratterizzante di svolta culturale del rispetto delle regole di cui la città aveva, ha e avrà bisogno. Rammento che dobbiamo fare i conti con una carenza reale di personale stimabile in oltre cinquanta unità, la quale è evincibile dal confronto con la dotazione di dieci anni fa di questo corpo o guardando i numeri di altre città omologhe”.
Nonostante le difficoltà, però, il comandante si dice orgoglioso del lavoro svolto fino ad ora: “Tanto abbiamo realizzato in un anno, più di quanto io stesso pensassi. Ho intuito da subito che nonostante le limitate risorse umane e finanziarie di cui disponevamo, potevamo insieme superare le criticità facendo leva sulle potenzialità professionali e umane che tradotte in azioni hanno portato a risultati concreti”.
Subito dopo, però, il comandante ha voluto lanciare un monito ai suoi collaboratori, un appello talmente sentito da costringerlo a interrompere l’intervento per la commozione.
“Non basta che il comandante dia l’esempio e condivida con voi le situazioni più disagevoli se poi da alcuni atteggiamenti emerge solo l’interesse al proprio tornaconto. Siate leali gli uni con gli altri, non lasciatevi prendere da logiche egoistiche. Le dinamiche interne – ha concluso Orefice – non devono ostacolare il fine dell’istituzione, che rappresenta il primo fondamentale presidio di legalità e in quanto tale funge da riferimento per una città che merita ogni sforzo da parte nostra”.