Happy Casa Brindisi: l’intervista a coach Frank Vitucci – di Dario Recchia

Si sa che i risultati delle società spesso dipendono dai cicli che i giocatori e gli allenatori riescono a realizzare. Coach Frank Vitucci si appresta a disputare la quarta stagione alla guida della Happy Casa Brindisi che per il nono anno consecutivo affronterà il massimo campionato di Lega A di basket. Vitucci arrivò a Brindisi il 15 dicembre 2017 a sostituire Sandro Dell’Agnello ed una squadra che era all’ultimo posto in classifica. Tra mille difficoltà riuscì ad ottenere la salvezza e, nei due anni successivi l’allenatore Made in Venezia ha disputato due finali di Coppa Italia e l’accesso ai play off scudetto (lo scorso anno virtuale dal momento che il campionato si è interrotto con la qualificazione pressoché in tasca). Ora, con una squadra nuova per molti elementi, si prepara per questa nuova avventura dopo le prime partite di Supercoppa Italiana giocate contro la Dinamo Sassari, Pesaro e la Virtus Roma.

Coach finalmente di parla di basket giocato dopo tanti mesi, ma quali sono le difficoltà che state affrontando in questo momento oltre a quelle di tipo tecnico?

“La cosa più grossa ed importante in questo momento è stato ricominciare. Gli atleti sono stati troppo tempo fermi ma noi non ci possiamo assolutamente lamentare dal momento che siamo in una posizione privilegiata rispetto a tante categorie. La cosa che più spiace e mi preoccupa è la mancanza di pubblico nei palazzetti sia perché il basket è bello quando ci sono i tifosi e perché dal punto di vista economico diventa difficile per i club andare avanti senza gli introiti del botteghino”.

Parliamo della Supercoppa che avete disputato nella “bolla” di Olbia. La sua squadra è cresciuta partita dopo partita.

“Siamo stati obbligati a fare un percorso che avesse un significato. Basta tenere conto che il primo 5 contro 5 lo abbiamo disputato il giorno prima del match iniziale di supercoppa. Ad ogni modo abbiamo cercato di sfruttare al meglio le partite per migliorare il gioco di squadra, le tante cose che facciamo in allenamento con un occhio sempre rivolto al risultato. L’obiettivo era tornare a casa con un bagaglio pieno di “souvenir” e non con una valigia vuota. Dispiace che una difesa poco attenta su una rimessa contro Sassari abbia pregiudicato il passaggio del turno”.

Condivide l’idea che la panchina della squadra di quest’anno sia più lunga e più forte rispetto alle altre stagioni?

“Credo di si. Abbiamo dei margini di crescita elevati in tanti giocatori. Zanelli e Gaspardo li conosciamo e sono giocatori di assoluto affidamento, Krubally è un giocatore di esperienza, Visconti ed Udom sono molto motivati e si allenano duramente e Cattapan e Guido possono darci una buona mano”.

In queste prime partite si è messo in evidenza Harrison, bene Willis ed abbiamo apprezzato la solidità di Krubally. Perkins è parso ancora un po’ fuori forma ma un giocatore di sicuro affidamento.

“ Con Nich (Perkins ndr) dovremo avere pazienza. Ci vorrà un po’ di tempo affinchè comprenda il nostro modo di giocare e si adatti al nostro campionato. Viene dal campionato giapponese che non è molto formativo ma è un ragazzo che ascolta molto ed è sempre attento. Non sono preoccupato per lui!”.

In finale di Supercoppa ci vanno Milano, Venezia, Sassari e la Virtus Bologna, probabilmente chi aveva i roster più profondi. Ma quali indicazioni ha ricavato da queste prime partite?

“Le quattro che si sono qualificate per le final four sono di sicuro le società con le strutture più mastodontiche e con una maggiore continuità lavorativa da parte dei tecnici. Budget importanti se non addirittura stellari come Milano. Dietro loro vedo Brescia, la Fortitudo Bologna ed un gruppone di squadre le cui distanze si assottigliano e dove probabilmente ci siamo anche noi”.

C’è stato un giocatore che l’ha già impressionata nelle squadre avversarie?

“Ho visto tanti giocatori interessanti in ogni squadra. Non credo che come spesso si dice ci siano americani scarsi, si giocava meglio una volta etc…. Sono sicuro che avremo nuovamente un campionato interessante”.

Ed ora chiusi in palestra a preparare il difficile esordio di campionato del 27 settembre in casa dei campioni d’Italia della Reyer Venezia. La spaventa che non avrà più amichevoli dove testare il lavoro della sua squadra?

“Francamente non mi è mai piaciuta l’idea di fare partite “inutili”. Certo Brindisi paga da un punto di vista logistica la lontananza da altre piazze di Lega A ma francamente preferisco rimanere in palestra a mettere a posto le tante cose su cui dobbiamo lavorare. Meglio tutta la vita un allenamento fatto bene che un’amichevole che vale poco”.

Coach per concludere la chiacchierata chi vincerà la Supercoppa Italiana?

“Il pronostico è aperto perché Venezia e Sassari sono solide ed abituate a giocare partite importanti, la Virtus Bologna ha tanto talento e Milano è una supercorazzata capace di vincere contro tutti”.

Dario Recchia

 

 

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