Franco Leoci: “La situazione al Comune di Brindisi non può considerarsi tranquilla”

BRINDISI – Riceviamo e pubblichiamo una nota del dottor Franco Leoci.

Penso che ancora oggi sia possibile, nelle more dei risultati elettorali del prossimo 10 giugno ed eventualmente  24 stesso mese in caso di ballottaggio, ragionare delle valutazioni sul piano puramente tecnico  sulla gestione cui dovrà informarsi l’Amministrazione che sarà eletta per il conseguimento degli  obiettivi posti a base del proprio programma.  L’argomento non attrae , anzi è noioso per il dovuto e sia pur contenuto richiamo alla normativa sugli Enti Locali e rischia di essere riguardato per il tono professorale o per saccenteria ,tralasciando il vero motivo di fondo che è il forte convincimento di offrire ad altri la conoscenza dei confini entro i quali dovrà svolgersi l’azione amministrativa e contabile del Comune.             E’ conseguenziale, quindi,  con  estrema sintesi, dover affermare che  sono  la normativa generale di cui al  D.L.vo 2000/267 Testo Unico Enti Locali ed  alcuni atti documentali  certi, come  i regolamenti  dell’Ente ed in particolare quello relativo alla contabilità, cui  fare riferimento nella gestione comunale.

A tale riguardo va subito chiarito, diversamente da quanti  generalmente ritegono, che gli  Organi che amministrano la città sono due e precisamente il primo elettivo avente funzioni di programmazione ed il secondo amministrativo, con in testa il vertice rappresentato dal segretario generale, con competenze nell’esecuzione dei provvedimenti adottati dal primo.  E’ appena il caso di sottolineare  che  la mancata intesa fra i due organi, al di là delle motivazioni, costituisce fattore dirompente per le realizzazioni delle aspettative della comunità per cui , più volte,  ho ritenuto su organi di stampa  di  soffermarmi  su detto concetto, ma con scarsi risultati sicchè, ancora oggi, si assiste indifferentemente ad addebitare ad uno degli organi suddetti  responsabilità nella gestione comunale.  Che di fatto i rapporti fra gli amministratori del Comune, ivi compresa la gestione commissariale, siano non buoni, per usare un eufemismo,  si appalesa più evidente laddove si voglia tenere conto dello stato di litigiosità, trasferito in contenziosi  avanti all’Autorità Giudiziaria, fra la dirigenza ed apparato burocratico di diverso ordine e grado da una parte ed  Organo di programmazione dall’altro.

E’ da ritenere che nella fase precedente all’attuale e, probabilmente senza interruzione  per ben due volte dello  scioglimento del consiglio comunale, un diverso accomodamento avrebbe potuto trovare  i rapporti fra i due organi, atteso il manifesto disinteresse del commissario prefettizio nel servirsi di un esecutivo che, per costituire l’Ufficio di pensatoio  quale suggeritore di programmi e regista per la realizzazione degli stessi,  è però rappresentato   da dirigenti di primissimo piano in lite giudiziaria contro l’Amministrazione comunale.

Ora, immaginando di poter temporaneamente accantonare il discorso delle liti pendenti con il personale occupato sulle attribuzioni di qualifiche e relative retribuzioni, sarebbe utile  soprassedere nel dare esecuzione al rivoluzionario provvedimento commissariale che fissa le mercedi dirigenziali in relazione alle responsabilità e alle funzioni attribuite ad ogni singolo responsabile di ripartizione, sicchè, allo stato, per i dirigenti, non tutti , indicati sul sito istituzionale  le retribuzioni resterebbero ancorate a quelle annue del 2017 che  variano dalle  110 mila euro   alle 154 mila euro.  Naturalmente, dovranno essere gli amministratori eletti ad adottare una  puntuale  pianta organica del personale e relative retribuzioni non senza la preventiva regolamentazione di poste attive e passive,  come per esempio l’errata liquidazione di compensi  incentivanti, l’esatta ricognizione dei fondi ai fini della liquidazione dell’indennità di risultato  rilevata a seguito di ispezione del MEF,  il recupero dei crediti,  specie quelli per residui attivi, vantati dal Comune.

Vi  è poi  l’aspetto di estrema importanza che attiene al documento di  riferimento da seguire  per la gestione della attività comunale.

Detto documento è il bilancio di previsione, che nasce dalla lettura ed adozione di numerosi  altri atti, come per esempio il Documento Unico Programmatico, il rendiconto al bilancio dell’esercizio precedente, la indicazione dei residui attivi e passivi e non per ultimo il prospetto di sintesi  sulla situazione finanziaria generale dell’Ente e delle società partecipate.

 E’ con riferimento al suddetto documento e alle risorse finanziarie ivi esposte che dovranno espletarsi le azioni gestionali degli amministratori che potranno modificare in tutto o in parte  detto documento, con contestuale diverso impegno di spesa e solo previa deliberazione adottata dalla Assemblea  comunale. Se così stanno le cose, è di tutta evidenza presumere che il bilancio di previsione 2018/2020, approvato dal Commissario prefettizio, subirà delle modifiche non fosse altro che  per il mancato coinvolgimento o informativa specifica ad  Organismi associativi, Forze datoriali e sindacali,  Istituzioni varie, Associazioni di  categoria  e Comunità in genere.

E’ altrettanto pensabile che atti di straordinaria amministrazione, adottati dal  commissario con i poteri del Consiglio comunale, siano attenzionati  dall’Organo assembleare di imminente rinnovo  che dovrà anche avviare la verifica per eventuali danni erariali creati nella gestione comunale.

E’ fuori di dubbio,  per non essere affetto da sindrome commissariale,  il ragionato convincimento sulla mia preferenza alla gestione democratica degli organi comunali in contrapposizione a quelli commissariali e, pertanto, non volendo turbare il pensiero politico di chi pensa diversamente, avverto la opportunità di rinviare un puntuale  giudizio sull’argomento, non senza però rammentare un richiamo all’Amministrazione che pare non abbia ancora provveduto alle incombenze afferenti  alle dovute relazioni di fine mandato per i sindaci Consales e Carluccio.

Ed infine, sulla base di un sondaggio condotto per le vie brevi, appare doveroso informare la stragrande maggioranza dei cittadini che il capo del vertice amministrativo del  Comune  è il segretario generale, dr. Pasquale Greco , che ha un curriculum professionale di tutto rispetto e  che lascia la convinzione sia di vedere sottoscritti  provvedimenti  redatti   all’insegna della legittimità e della efficienza dell’azione amministrativa del Comune che di assistere alla rivisitazione di delibere che non appaiono burocraticamente  in linea con la vigente normativa.

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2 COMMENTI

  1. Carissimo Dott. Leoci,come sempre puntuale e preciso nelle sue analisi che condivido in pieno. Io aggiungerei che in questa gestione commissariale non c’e’ nulla di trasparente se si pensa ai costi e non alle entrate.Faccio solo due esempi: Quanti Sub Commissari si sono avvicendati in questa gestione commissariale e quanto ci sono costati;. Nella raccolta differenziata,grazie alla partecipazione attiva dei cittadini siamo passati dal 27% al 67%, il che significa che solo dalla raccolta di vetro e metalli il, Sig.Commissario, incassera’ altre due Milioni di euro come roialty e lasciando la Tari invariata e la piu’ cara d’Italia. Speriamo in una nuova amministrazione che vada nella direzione giusta per sanare queste incongruenze.

    • Grazie dott. De Giorgi per l’attenzione che ha voluto riporre nella lettura del mio articolo e per il calzante esempio che ha voluto richiamare sulla raccolta differenziata. Oso sperare che, diversamente dalle altre, la nuova amministrazione voglia rivisitare gli atti posti in essere dalla gestione commissariale al fine della individuazione e conseguente recupero dei danni erariali prodotti che non possono essere sopportati dai cittadini. Franco Leoci

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