Casa del Popolo Brindisi: “La storia insegna, ma non ha scolari!”

C’era una volta una storia, una brutta storia. Un giorno arrivò qualcuno che iniziò a presumersi in grado di poterla cambiare: “Cambiamola ‘sta storia!”

Ma ‘sta storia quando cambia?

In questi giorni si stanno accavallando molte notizie decisamente preoccupanti per il futuro del nostro ambiente, della nostra salute e del possibile modello economico futuro.

La centrale di Brindisi Nord ripartirà; la decarbonizzazione della centrale di Cerano servirà, secondo le dichiarazioni del presidente della Regione Emiliano, solo a passare in fase successiva alle fonti rinnovabili, utilizzando anche in questo caso il gas come combustibile.

Il gas, seppure meno inquinante del carbone, rimane un combustibile fossile, e questa scelta ha poco senso perché nulla vieterebbe un passaggio diretto alle fonti rinnovabili, così come sta avvenendo ormai in molte parti dell’Europa.

Quindi, altro che dismissioni e bonifiche, che sarebbero anche una opportunità di occupazione di molta manodopera locale, si continuerà a produrre energie da fonti fossili inquinanti!

Chi ha osato immaginare un recupero di quei terreni, un miglioramento delle condizioni ambientali di tutto il Salento, un panorama finalmente libero dalla presenza della centrale Enel o della centrale ex Edipower, attualmente A2A, e magari un maggior indotto turistico sulla costa brindisina e una fruibilità sostenibile del porto di Brindisi, sarà ancora una volta deluso.

Anzi a questi impianti se ne aggiungerà un altro: un mega impianto di compostaggio, che significherà cementificazione e transito di decine e decine di camion ogni giorno, con l’inquinamento dei tubi di scarico ed ulteriore cementificazione per adeguare la viabilità, costruire i parcheggi, eccetera.

A tutto questo si aggiunge la conferma della concessione per i rimorchiatori Barretta dell’attracco nel porto interno (zona Sciabbiche). Il Forum Ambiente Salute, che si è già espresso in maniera sfavorevole, ha documentato chiaramente come le emissioni di queste imbarcazioni investa le abitazioni vicine e contribuisca in modo significativo anche all’inquinamento cittadino.

Ovviamente anche i lavoratori e gli avventori dei ristoranti che ci sono in quella zona respirerebbero i gas di scarico emessi.

Quello che ci chiediamo è quanto ancora dovrà pagare questa città, in termini di risorse, di malattie e di futuro rubato. Possibile che ancora ha da venire una amministrazione che abbia la reale volontà di prendere in mano le redini del futuro di Brindisi?

Non esiste alcuna progettualità a lungo termine su questioni fondamentali quali, ad esempio, le potenziali eccellenze dell’agroalimentare, il manifatturiero, il turismo (esperienziale, ecosostenibile), sui quali la nostra comunità cittadina potrebbe trovare uno sbocco di rinascita economica e sociale.

In particolare, proprio sul turismo si continua a viaggiare a vista, accontentandosi di una nave da crociera ogni tanto, senza offrire neppure una basilare accoglienza, che di fatto ad oggi tutt’al più si trova ad essere affidata a qualche volenteroso privato. Il tutto cercando quasi di convincere, e di convincersi, che il turismo sia tutto qui.

Per contro, ancora una volta la storia pare ripetersi: la nostra città al servizio ( dal vocabolario Treccani: servìzio s. m. [dal lat. servitium, propriam. «condizione di schiavo», der. di servus: v. servo]) delle multinazionali che traggono unicamente un proprio profitto economico a spese però dei cittadini, dei piccoli imprenditori, dei commercianti, dei disoccupati brindisini.

L’opposizione a questi impianti, impattanti sotto ogni punto di vista, ambientale e sociale, non riguarda più soltanto una questione sanitaria, che pure ci racconta di una realtà a dir poco drammatica! Qui si tratta di concedere ancora una volta, e chissà per quanti decenni ancora, il proprio territorio e le proprie risorse, reali e potenziali, a chi è capace soltanto di comprare accondiscendenza e sfruttare tutto lo sfruttabile.

“La storia insegna ma non ha scolari” diceva Antonio Gramsci.

Le attiviste e gli attivisti della “Casa del Popolo” Brindisi

Per le attiviste e gli attivisti della “Casa del Popolo”

Stefano De Guido

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