BUON WEEK END: “CORAGGIO, NON TEMETE IL TEMA!” – di Gabriele D’Amelj Melodia

Vademecum per maturandi

Che più di qualche studente tema il tema è cosa scontata. Ma, attenzione, il pauroso evento si può addomesticare. Sarà sufficiente seguire alcune avvertenze per avere una buona percentuale di farla franca, uscendo indenni da questa ciclica sciagura che affligge gli adolescenti da cento anni precisi. Se vi è di conforto, sappiate che questa è l’ultima volta che affrontate il vecchio “tema“, perché poi nella vita vi capiterà di scrivere solo relazioni, promemoria da attaccare sul frigo, e-mail, post, twitter e magari qualche articoletto come questo che state leggendo. Ecco un sintetico decalogo di cose da fare o non fare per superare la prima fatica di Ercole del diplomando.

  • Non sognatevi di poter utilizzare le vecchie cartucciere piene di munizioni-rotolini di temi precotti: I commissari le hanno usate prima di voi e vi smaschererebbero in un battibaleno. Medesimo divieto assoluto per l’uso di micro auricolari che il più insospettabile dei membri, quello che legge “Tuttosport” e beve caffè freddo in continuazione, scoprirebbe dopo cinque minuti.

  • Non perdete tempo prezioso a fantasticare, a trastullarvi con la penna, a tirare a sorte per individuare la traccia da scegliere. Indirizzatevi in fretta sull’argomento come da prossimo punto 3 e tuffatevi nelle righe della “brutta“ determinati e concentrati, come quando videogiocate a Fortnite.

  • Non azzardatevi a prendere sentieri che conoscete poco. Buttatevi sulla traccia più semplice, quella facilitata come certi schemi di parole crociate che sempre i ministeriali offrono pietosamente come ciambella di salvataggio.

  • Comunque, una volta fatta la scelta, concentratevi non sulle meritevoli cosce della vostra vicina di posto, ma sullo schema da seguire: apertura, svolgimento, chiusa. Non cercate di fare gli originali e non dilungatevi oltre il necessario. I signori commissari adorano gli elaborati semplici, ordinati, contenuti, da correggere in breve tempo e senza fatica.

  • Abbiate la callida accortezza di produrvi in una grafia chiara e leggibile, al fine di non indispettire  gli accidiosi correttori. Formulate periodi non eccessivamente lunghi, senza avventurarvi in ipotassi pericolose, usate termini semplici e non seminate il testo di virgole ad pedunculum Solo nell’ultimissima revisione sostituite un paio di paroline con parolone ad effetto.

  • Una volta terminato il capolavoro, rileggetelo con attenzione due volte (di più non serve, perché se non trovate errori con un duplice controllo, non li troverete neppure rileggendo per altre cento).

  • Affidatevi al vostro orecchio, già allenato dai rap. La frase deve “suonare“ bene. Deve essere fluida, armoniosa, lunga quanto basta. Se notate zoppie, cadute di ritmo, note stonate, cambiate tutto e dribblate consecutio temporum

State asttenti a non usare gergo e/o abbreviazioni da WhatsApp (Cmq, Xché, bannato, ecc.). Ricordate, infine, che ogni periodo deve avere un senso e che gli anacoluti, somma ingiustizia, sono concessi solo ai grandi come Manzoni o Gadda.

  • Quando consegnate il prezioso elaborato, abbiate un’espressione neutra, non fate né quel sorrisetto di compiacenza che irrita tanto i Presidenti, né mostrate il volto affranto di chi ha fatto una fatica di Sisifo per partorire le tre facciatine.
  • Rassicurate i vostri papà sul buon esito della prova (“papà, me lo sento, ho scritto un tema che è ‘na bomba! “) ma poi, per scaramanzia, ditegli di trovare i contatti giusti per una piccola raccomandazione: non è che volete essere solo voi gli unici stupidi a non averci provato …
  • Dite alle vostre care mamme che è inutile passeggiare sotto il portone dell’Istituto recitando il rosario. Nessun intervento divino potrà trasformarvi in un Paolo Di Paolo o in un Ettore Catalano. Chi sono questi signori? Non li conoscete? Niente di male, basta dare una sbirciatina su Wikipedia, l’attuale pozzo di scienza dell’universo mondo.
  • In bocca al lupo, cari ragazzi, e calma e gesso: Adda passà a nuttata!

                                                                       Gabriele D’Amelj Melodia

 

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