Bilancio comunale, Pietro Guadalupi (DIT): «Un bilancio con la coperta corta ma che mette il sociale al primo posto»

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BRINDISI – Riceviamo e pubblichiamo nota di Pietro Guadalupi, presidente del Consiglio comunale di Brindisi, relativa all’approvazione del bilancio.

“Il bilancio di previsione è uno strumento fondamentale di programmazione finanziaria – dice Guadalupi – uno di quelli che tracciano la sintesi politica di un’Amministrazione. Insomma, un atto di governo che esprime la cifra politica dell’ente, non solo un documento contabile che autorizza la spesa. L’Amministrazione lo ha determinato creando equilibrio tra le forze che la rappresentano e a mio avviso sono diversi gli aspetti qualificanti che sottolineano l’azione politica: occorre leggere nelle righe dei capitoli e dei titoli di spesa per cogliere l’attenzione verso le fasce più deboli, per sostenere il decoro della città, per superare tutte quelle debolezze che frenano qualsiasi piano di sviluppo. Si tratta di problemi strutturali che finalmente sono venuti al pettine e che il bilancio previsionale decifra ponendo sul tavolo un ventaglio di soluzioni. Risposte che, in linea con i presupposti elettorali, procedono necessariamente dalla periferia al centro, dalle esigenze e dai ritardi che si sono accumulati nel tempo. Brindisi ha mille potenzialità, ce lo siamo ripetuti in tutte le forme, ma è necessario trovare una governance in grado di liberare le risorse e trasformarle in opportunità: è quanto cerca di fare, nella sua logica di intervento, questo bilancio, al quale bisognerà affiancare nei prossimi mesi un’azione di governo efficiente e stabile, ma soprattutto improntata all’unità di intenti. Dicevo che sono diversi i punti qualificanti dai quali emerge l’attenzione nei confronti della città. Anzitutto, il vincolo di tutela delle classi sociali più deboli, che nel bilancio si traduce nel mantenimento delle spese per i servizi sociali, e ciò malgrado una disponibilità centellinata di risorse. La comunità si costruisce e si rafforza partendo dai soggetti più deboli, non è retorica, è semplicemente capacità e coraggio di compiere lo stato sociale. Il bilancio non tocca poi la tassa sui rifiuti, che già vessa le famiglie brindisine a fronte di un servizio che presto deve attestarsi sulle medie di efficienza delle città più virtuose. E anche per la Tari, l’Amministrazione mette sul tappeto una serie di agevolazioni destinate alle famiglie più in difficoltà. Il gruppo consiliare di cui faccio parte esprime una visione della proposta che parte dal basso. È un fatto di benessere sociale, garantito il quale ogni aspetto della vita pubblica può trarre giovamento. Ma è anche un fatto di natura economica, dal momento che una maggiore capacità di spesa delle famiglie si riversa in tutti i settori generando un clima di maggiore ottimismo. Come le pietre che rompono uno specchio d’acqua e spezzano l’immobilismo. Non dobbiamo pensare alla spesa come a un balzello fine a se stesso, ogni settore deve produrre servizi e valore per tutta la comunità. Se non si ottengono risultati allora si procede da tutt’altra parte: le stesse quote di spesa sono state mantenute per i ticket mensa, i ticket per gli impianti sportivi, gli scuolabus. Il periodo di difficoltà economica non permette purtroppo di abbassare le contribuzioni, ma una politica virtuosa e di spesa efficiente e produttiva porterà presto a conseguire benefici anche per le tasche dei cittadini. Per le opere pubbliche sono stati inseriti interventi per alcuni milioni di euro, a partire dall’urbanizzazione primaria nella quale rientrano l’illuminazione pubblica, l’eliminazione delle barriere architettoniche dei sottopassi ferroviari e del sovrappasso di via del Mare, la manutenzione straordinaria delle strutture scolastiche. C’è poi il capitolo università, che la gestione commissariale aveva derubricato ai margini privandolo delle risorse necessarie per l’esistenza e il funzionamento. Ebbene, l’indirizzo di questa Amministrazione, tratteggiato e sostenuto dal consigliere delegato per l’Università e le Politiche giovanili Marco Stasi, è quello della riorganizzazione e del rilancio, fondato sull’idea che la città ha vocazioni esclusive per diversificare in modo originale i corsi di studio specialistici. Si sta cercando di riscrivere la convenzione con gli atenei di Lecce e di Bari, un segnale di apertura per le nuove generazioni che sono quella materia viva sulla quale si può spendere un po’ di speranza per questa città. Infine le periferie. Che sono le città del futuro. Ne è convinto anche Renzo Piano, che ha fondato una teoria urbanistica sul recupero dei quartieri parlando di «rammendo», di «ricucitura». Ridare centralità ai quartieri è un’operazione quasi chirurgica, è rigenerare quei tessuti che portano linfa al cuore della città. Spesso la parola “periferia” si associa all’idea di degrado. È da qui che la più saggia delle politiche urbanistiche deve partire: le periferie devono diventare pezzi integranti di città. Per questo si è pensato di demolire al Perrino i locali dell’ex delegazione, a Sant’Elia di ristrutturare il Centro Buscicchio, al Paradiso di mettere in sicurezza piazza Colletta, nei quartieri La Rosa e Tuturano di frazionare e cedere a titolo gratuito le aree nelle quali sorgono gli alloggi ex Iacp. E ancora a Tuturano di mettere in sicurezza e prolungare via Verdi, via Mercadante e via Catalani, di mettere in sicurezza via Vittorio Emanuele, via Stazione e via Colemi e di realizzare il raccordo stradale a servizio della frazione (circonvallazione). Insomma, il bilancio disegna una geografia della città che comincia dai confini per tracciare i suoi piani e le sue linee d’intervento. Partire dalla forma per arrivare al cuore dei problemi è il metodo di questo bilancio che individua nel sociale un primo cambio di rotta verso la rinascita della città”.

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