Antonino (PRI): “I soldi della TAP non sono lo sterco del diavolo!”

Gabriele Antonino

La querelle se richiedere o meno misure compensative per la circostanza che il metanodotto TAP attraversa il territorio comunale è stato motivo di dibattito acceso nei giorni scorsi.

Finalmente il colloquio telefonico avuto dai Sindaci di Brindisi e di Lecce con il Sottosegretario alla Presidenza del Consiglio TURCO sembrerebbe aver sbloccato l’empasse.

Del resto a  nulla valeva  ricordare che sulla realizzazione del gasdotto si era espresso in modo contrario il Consiglio Comunale.

L’opera oramai è stata autorizzata, è in via di ultimazione e dovrebbe entrare in funzione entro dicembre di quest’anno.

Pare utile piuttosto rammentare che il metanodotto TAP sarà connesso all’impianto di trasformazione esistente in località MATAGIOLA, a pochi chilometri dal quartiere Sant’Elia, come già avviene per altri metanodotti, trasformando il suddetto impianto terminale in un vero e proprio hub metanifero.

Tanto più che nessun accorgimento è stato previsto per evitare le “emissioni fuggitive” di gas che potrebbero recare nocumento alla salute dei cittadini residenti in prossimità dell’impianto di ricezione.

E, ancora, che nel corso della realizzazione sembrerebbe che si sia verificata una interruzione della falda freatica in Contrada San Paolo con conseguente essiccazione dei pozzi in nell’area abitata di Torre Rossa.

Vi sono, quindi, tutte le ragioni affinché anche il Comune di Brindisi reclami misure compensative.

Si tratta, allora, di mettere da parte posizioni ideologiche e pensare concretamente a quali interventi richiedere.

Si potrebbe, ad esempio, chiedere che con i contributi dovuti da TAP e SNAM vengano realizzate le opere di urbanizzazione primaria e secondaria nelle contrade abusive a suo tempo oggetto di varianti di recupero ed in particolare del comparto Torre Rossa e Sant’Elia.

Sono opere dal costo complessivo preventivato di circa sei milioni di Euro, la cui realizzazione è stata già inserita nel programma delle opere pubbliche con oneri a carico degli autori degli abusi.

Si tratterebbe certamente di opere “foriere di benessere collettivo e condiviso” secondo l’indicazione fornita dal Sottosegretario TURCO.

E’ bene precisare che l’Amministrazione Comunale avrebbe comunque diritto ad incassare quelle somme dai privati, come previsto dalla Legge Regionale n. 6 del 1979.

E che tale risorse potrebbero essere destinate a finanziare altre opere la cui realizzazione è oggi prevista con stanziamenti di bilancio o con il ricorso a mutui che aggraverebbero ulteriormente il già deficitario bilancio comunale.

Non si tratta, quindi, di partecipare alla spartizione di chissà quale torta o rinunciare ad eventuali pretese in sede giudiziaria.

Ma semplicemente di cogliere ogni opportunità di crescita per il territorio anche utilizzando il supporto di Consiglieri Regionali o Parlamentari le cui sollecitazioni non devono essere intese come interferenze improprie nella attività della Amministrazione Comunale.

Mi auguro che su questo tema si svolga un confronto in sede di Conferenza dei Capigruppo al fine di conferire al Sindaco un mandato ampio a trattare le misure compensative spettanti al Comune di Brindisi.

Il Capogruppo del PRI

                                                                                                                            Gabriele ANTONINO

 

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1 COMMENTO

  1. Certo che rinunciare a ciò che è sancito per legge sarebbe da veri stupidi. Tutti ne fanno richiesta, giustissima e Brindisi vorrebbe rinunciare? Chi capisce questo Consiglio Comunale è davvero bravo!

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