Antonino (PRI): “Contrade: oltre il danno la beffa!”

Gli abitanti delle Contrade a suo tempo oggetto di varianti di recupero sono oramai esasperati.

Non è bastato non vedersi scomputati dagli oneri di urbanizzazione da loro dovuti il costo delle opere realizzate non con fondi comunali.

Non è bastato vedere respinta la proposta di Legge del Consigliere Regionale Fabiano AMATI che proponeva di applicare con efficacia retroattiva il piano casa alle Contrade Torre Rossa, Sant’Elia e Montenegro al fine di evitare la demolizione delle porzioni di fabbricato realizzate dopo la presentazione della domanda di condono.

Non è stata sufficiente la beffa di vedersi negato l’allaccio all’acqua e alla fogna in presenza di difformità edilizie e della impossibilità di presentare un certificato di congruità urbanistica nonostante che nella proposta di Legge sempre del Consigliere AMATI, fatta propria dal Consiglio Regionale alla unanimità, si prevedesse che, laddove le varianti di recupero avessero concluso il loro iter di approvazione, l’Acquedotto Pugliese avrebbe dovuto “senza indugio” provvedere all’allaccio ai tronchi fognanti ed idrici esistenti pur in assenza di concessione edilizia al fine di evitare emergenze di carattere igieniche, sanitarie ed ambientali.

In questi giorni gli abitanti delle Contrade si stanno vedendo recapitare richieste dell’Amministrazione Comunale di riscossione degli oneri di urbanizzazione per decine di migliaia di Euro cui si dovrebbe provvedere con un pagamento dilazionabile in un massimo di 4 rate.

Bisognerebbe adeguatamente considerare che si tratta di persone che hanno avanzato la richiesta di condono nel 1985, ben 35 anni fa!, quando erano nella pienezza degli anni, e che oggi sono probabilmente in pensione e non hanno certo decine di migliaia di euro sotto il mattone!

Lo stesso accesso al credito, data l’età della maggior parte di loro, sarebbe problematico se non addirittura impossibile.

Senza considerare che la Commissione Consiliare all’Urbanistica ha licenziato da tempo alla unanimità un ordine del giorno in cui si impegnava il Sindaco e la Giunta Municipale, tra l’altro, a dare mandato ai Settori Urbanistica e Servizi Finanziari di consentire il pagamento degli oneri di urbanizzazione in 72 rate analogamente a quanto previsto per gli altri tributi comunali dalla deliberazione del Consiglio Comunale del 29 luglio 2000.

Ordine del giorno protocollato il 18 dicembre per l’inserimento all’ordine del giorno nel primo Consiglio Comunale utile: richiesta ad oggi rimasta inevasa nonostante che da quella data siano stati convocati due Consigli Comunali.

Eppure i componenti delle Commissioni Consiliari non vi partecipano a titolo personale ma rappresentano il Gruppo consiliare di appartenenza.

E quindi l’ordine del giorno in parola sarebbe espressione della volontà unanime del Consiglio Comunale, che è organo di indirizzo e controllo le cui indicazioni, se legittime, non possono essere ignorate.

Insomma un ingiustificato comportamento vessatorio ed un atteggiamento omissivo che non tiene in alcun conto le difficoltà economiche in sui si dibattono gli abitanti delle Contrade,  aggravate dalla pandemia in corso.

Il Capogruppo PRI

Gabriele ANTONINO

 

 

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4 COMMENTI

  1. Credo che non ci sia niente da fare. Quelle famiglie, pur avendo costruito una casa a proprie spese, coscienti di aver commesso un reato di abusivismo edilizio, saranno sempre condannati. Vengono persino graziati gli ergastolani ma non cittadini che avendo pagato non si vedono riconosciuti diritti a valle leggi dello Stato e decreti Regionali. Si condona chiunque ma non gli abitanti di Brindisi. Persino nei comuni della provincia di Brindisi hanno avuto giustizia, vedi :specchiolla, Ostuni, San Pietro vernotico, contrade come San Gennaro, Lido presepe, ed ancora altri.

  2. La cosa grave è, che questi amministratori ed anche chi li ha preceduti, si sono ricordati dopo 30 anni di vedere le domande di condono se erano in regola con i documenti e i pagamenti degli oneri.
    C’è gente che a suo tempo aveva pagato tutto, loro che fanno, rifanno i conteggi oggi caricando i residenti di quelle zone di tutti i costi di urbanizzazione delle aree. Infine, altra beffa, che se questi signori amministratori riceveranno questi soldi da questi “limoni da spremere “, passeranno come minimo altri 30 anni prima che vedano le loro zone sistemate (per chi ci sarà).

  3. La cosa grave è, che questi amministratori ed anche chi li ha preceduti, si sono ricordati dopo 30 anni di vedere le domande di condono se erano in regola con i documenti e i pagamenti degli oneri.
    C’è gente che a suo tempo aveva pagato tutto, loro che fanno, rifanno i conteggi oggi, caricando i residenti di quelle zone di tutti i costi di urbanizzazione delle aree. Infine, l’altra beffa è, che se questi signori amministratori riceveranno i soldi da questi “limoni da spremere “, passeranno come minimo altri 30 anni prima che vedano le loro zone sistemate (per chi ci sarà).

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