A proposito di dormitorio, diritti e lavoro – di Michela Almiento (Spi Cgil Brindisi)

É curioso che ci sia chi pensi che un’Organizzazione Sindacale Confederale come la Cgil, che ha nei principi fondamentali del proprio statuto  l’affermazione dei diritti umani, civili e sindacali non debba occuparsi di immigrazione. Non è una colpa ignorare cosa caratterizzi l’impegno ultracentenario per la tutela dei diritti per chi, oltretutto, è molto distante sul piano valoriale dalla nostra organizzazione, ma diventa una colpa quando si vuole far passare l’impegno del Segretario Generale come improprio e fuori luogo. Per amore di verità la Cgil da sempre, anche a Brindisi, porta avanti un impegno costante rivolto alla tutela dei cittadini in termini di politiche abitative e di contrasto alla povertà. Noi c’eravamo, per esempio, quando abbiamo rivendicato alle amministrazioni di turno piani di riqualificazione urbana con nuovi alloggi per le famiglie in difficoltà, approfittando delle risorse messe a disposizione dalla Regione per diversi anni. Noi Cgil,c’eravamo quando pressavamo per far funzionare la commissione casa del Comune per la riassegnazione di alloggi  ai brindisini, ma tutto l’impegno e le proposte sono stati inutili considerato il malaffare che ruotava intorno “all’ufficio casa”. Così come c’eravamo a sollecitare l’Amministrazione Provinciale quando poteva gestire le risorse del progetto Asia per gli alloggi da destinare alle famiglie di migranti stranieri. Perché lavoro e casa sono fondamentali per le persone.Nel merito del dormitorio poi sarebbe giusto e rispettoso nei confronti di quanti  si sono avvicendati come ospiti nel corso degli anni, evitare di parlare di rispetto delle regole, perché la prima ad essere infranta è il rispetto per la persona se si pensa che sbattere fuori qualcuno senza avere individuato soluzioni alternative è ciò che va fatto.Tant’è che anche in fasi commissariali, gestiti con la Prefettura, si è cercato di conciliare la necessità del risanamento ambientale con la necessità di proteggere le persone, e la nostra partecipazione solidale non è mai mancata. Cosa poi si è cercato di fare?La Cgil nel 2005,  ha promosso e partecipato alla programmazione sociale dell’albergo diffuso come struttura di sovrambito dei piani sociali di zona della provincia, finanziato con fondi FESR ( finanziamenti vincolati per  le politiche d’immigrazione per essere chiari), struttura che doveva sorgere con il recupero  della vecchia sede dei vigili del fuoco, soluzione ottimale come alternativa alla struttura di via Provinciale S. Vito. Quale  uso poi sia stato fatto di quella sede rimessa a nuovo tutti i brindisini possono vederlo, nonostante allora denunciammo più volte, pubblicamente, la variazione della destinazione d’uso.  Il punto è che il Sindacato, in questo territorio, ha fatto in tante circostanze la propria parte ma ciò che spesso è mancato è la cultura del render conto,  da parte delle Istituzioni, rispetto a programmi sottoscritti e impegni disattesi. Oggi la sensibilità che contraddistingue l’attuale Amministrazione, con la collaborazione di tutto il Consiglio Comunale e di tutte le forze sociali dovrebbe trovare il supporto necessario a individuare soluzioni accettabili e condivise. Potrebbe essere un esempio di buona pratica politica.  Ribadiamo, comunque, che continueremo, al fianco del Segretario Generale Macchia, a portare avanti il nostro impegno, magari sedendoci dalla parte del torto,come alcuni si agitano nel voler sostenere, ma come  Cgil, comunque,  sempre dalla stessa parte: quella dei più deboli. Chi non è d’accordo, se ne faccia una ragione!

Michela Almiento

Segretaria Generale

Spi Cgil Brindisi

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